Codice etico, dai deputati una lezione ai senatori. Nuovo giro di vite in arrivo alla Camera su trasparenza e anticorruzione

Alla Camera un gruppo trasversale di deputati ha presentato al presidente Fico una proposta per modificare il regolamento e dare un ulteriore giro di vite.

Codice etico, dai deputati una lezione ai senatori. Nuovo giro di vite in arrivo alla Camera su trasparenza e anticorruzione

Mentre a Palazzo Madama continua a non esserci traccia di un codice di condotta dei senatori, fondamentale per garantire trasparenza ed evitare conflitti di interesse, alla Camera, dopo l’approvazione cinque anni fa di un codice del genere, un gruppo trasversale di deputati ha presentato al presidente Roberto Fico una proposta per modificare il regolamento e dare un ulteriore giro di vite.

Un’iniziativa presa dai deputati Luca Pastorino, di Leu, Maria Soave Alemanno, del Movimento 5 Stelle, Roberto Cassinelli, di Forza Italia, Stefano Ceccanti, del Partito democratico, Federica Daga, del Movimento 5 Stelle, Marzio Liuni, della Lega, e Maria Carolina Varchi, di Fratelli d’Italia. L’obiettivo è rispondere alla richiesta del Greco, l’organismo del Consiglio d’Europa competente in materia di lotta alla corruzione, che ha di recente attestato i passi in avanti fatti dall’Italia nel contrasto al malaffare e invitato il Parlamento a fare ancora di più.

Nel regolamento della Camera viene così proposto di inserire un articolo per individuare i princìpi fondamentali cui deve ispirarsi la condotta dei deputati, uno per disciplinare il Comitato consultivo sulla condotta dei deputati, e di inserire nel Codice le previsioni volte ad assicurare trasparenza e pubblicità delle posizioni professionali e delle cariche ricoperte dai deputati, le attività finanziarie e i finanziamenti ricevuti, assicurandone la pubblicità sul sito internet della Camera, prevenendo e rimuovendo situazioni di conflitto di interessi. Previste poi sanzioni per chi trasgredisce, da affidare al Comitato, pubblicate sempre sul sito della Camera, e dall’Ufficio di Presidenza nei casi più gravi, per applicare sanzioni disciplinari interdittive.

Un sistema che, a quanto pare, avrebbe creato qualche problema allo stesso Matteo Renzi, il senatore semplice di Rignano, tanto per gli interventi e i rapporti in Paesi come l’Arabia (leggi l’articolo) che per incontri come quello con lo 007 Marco Mancini in autogrill (leggi l’articolo). Ma al Senato, con le modifiche al regolamento approvate dall’Assemblea il 21 dicembre 2017, è stato previsto che spetta al Consiglio di presidenza l’adozione di un Codice di condotta dei senatori, che stabilisca principi e norme di condotta ai quali gli stessi devono attenersi nell’esercizio del mandato parlamentare, regolamento di cui ancora non si vede traccia.