Cognome del figlio, la Corte costituzionale blocca l’automatismo di quello paterno

Cognome del figlio avrà sia quello di entrambi i genitori. La decisione arriva dalla Corte Costituzionale che si espressa in merito.

Cognome del figlio, la Corte costituzionale blocca l’automatismo di quello paterno

Cognome del figlio sarà in automatico quello di entrambi i genitori. Una decisione che arriva dalla Corte Costituzionale che ritiene “discriminatoria e lesiva” la scelta di attribuire automaticamente il cognome del padre.

Cognome del figlio, la corte costituzionale blocca l’automatismo di quello paterno

La Corte Costituzionale ha ritenuto “discriminatoria e lesiva dell’identità del figlio la regola che attribuisce automaticamente il cognome del padre, sottolineando che “nel solco del principio di eguaglianza e nell’interesse del figlio, entrambi i genitori devono poter condividere la scelta sul suo cognome, che costituisce elemento fondamentale dell’identità personale”. La decisione arriva dal Palazzo della Consulta sottolineando che “pertanto, la regola diventa che il figlio assume il cognome di entrambi i genitori nell’ordine dai medesimi concordato, salvo che essi decidano, di comune accordo, di attribuire soltanto il cognome di uno dei due”.

Ai figli il cognome di entrambi genitori

Dunque, ora il figlio assumerà il cognome di entrambi i genitori nell’ordine da loro concordato, salvo che venga deciso, di comune accordo, di attribuire soltanto il cognome di uno dei due. «In mancanza di accordo sull’ordine di attribuzione del cognome di entrambi i genitori – si legge nella nota – resta salvo l’intervento del giudice in conformità con quanto dispone l’ordinamento giuridico».

La dichiarazione di illegittimità costituzionale – che investe tutte le norme che prevedono in automatico l’attribuzione del cognome del padre – riguarda i figli nati nel matrimonio, fuori dal matrimonio e ai figli adottivi.

La ministra per le Pari Opportunità e la Famiglia Elena Bonetti, con un post su Facebook, assicura il suo impegno per una legge in tempi rapidi: «Da ministra garantisco all’iter parlamentare tutto il sostegno del Governo  per fare un altro passo fondamentale nel realizzare l’uguaglianza di diritti tra le donne e gli uomini del nostro Paese».

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