Come potrebbe cambiare la tassa sugli extraprofitti delle banche

Forza Italia, con Antonio Tajani, continua a chiedere la modifica della tassa sugli extraprofitti delle banche: ecco come potrebbe cambiare.

Come potrebbe cambiare la tassa sugli extraprofitti delle banche

La tassa sugli extraprofitti delle banche potrebbe cambiare. Dopo essere stata ridimensionata in seguito al crollo dei titoli bancari in borsa il giorno dopo l’annuncio del governo, la misura potrebbe subire una nuova modifica durante l’iter parlamentare.

A chiederlo è soprattutto Forza Italia, quindi una forza interna alla maggioranza. L’impatto del prelievo è stato ridotto con l’introduzione del limite dello 0,1% del totale dell’attivo, una decisione che è stata apprezzata dalle banche che ora continuano a fare pressione sull’esecutivo. Nella speranza di ulteriori modifiche.

Le possibili modifiche alla tassa sugli extraprofitti delle banche

Forza Italia, al contrario della Lega, vuole cambiare la tassa sugli extraprofitti. Come annunciato dal vicepresidente del Consiglio, Antonio Tajani, il partito azzurro ha già preparato degli emendamenti da presentare sulla misura.

Tajani spiega che ci sono tre possibili strade. La prima è escludere dalla tassazione le banche che non sono sotto il controllo della Bce, come i piccoli istituti e le banche di prossimità, quelle che potrebbero avere maggiori conseguenze a causa del provvedimento.

La seconda speranza di Forza Italia è di rendere la tassazione fiscalmente deducibile. Infine si chiede un chiaro impegno al governo per garantire che la tassa sia una misura una tantum. Inoltre, Tajani punta ad aprire un confronto con i rappresentanti delle banche a settembre.

Le speranze delle banche

Gli istituti puntano soprattutto sulla deducibilità degli importi che verranno prelevati dalle casse dello Stato. Secondo una stima di Mediobanca Securities, la tassa potrebbe costare alle banche 1,9 miliardi, che scenderebbero a 1,3 in caso di deducibilità.