Commercialisti big e Paperoni. Sono scaduti ma inamovibili. Stipendi da favola a presidente e consiglieri. Prima i tentativi di proroga e poi l’aiuto dal Tar

Stipendi da favola per il presidente e consiglieri del Consiglio nazionale dei commercialisti. Le cariche sono definitivamente scadute da quasi un mese.

Commercialisti big e Paperoni. Sono scaduti ma inamovibili. Stipendi da favola a presidente e consiglieri. Prima i tentativi di proroga e poi l’aiuto dal Tar

Da quasi un mese sono definitivamente scadute le cariche del Consiglio nazionale dei commercialisti. I tentativi di ottenere una proroga, prima con degli emendamenti ai vari decreti emergenziali e infine nel decreto Sostegni che l’ha concessa all’Ordine dei giornalisti, sono fallite. I 5 Stelle alla fine hanno fatto muro. Stop dunque ai rinvii delle elezioni a causa del Covid. Ma alla fine il salvagente è arrivato ieri dal Tar e, nell’attesa di un nuovo regolamento, il presidente e i 20 consiglieri restano in sella, con tanto di retribuzioni dorate.

IL PUNTO. Guardando al solo rapporto 2019 sull’albo dei dottori commercialisti e degli esperti contabili, il reddito medio di un commercialista in Italia è di quasi 59.500 euro l’anno. Si passa infatti dai 101.170 euro in Trentino-Alto Adige ai 24.083 in Calabria. Notevoli del resto le differenze geografiche: 81.351 euro al Nord, 56.566 euro al centro e 30.357 euro al Sud. Un giovane poi, assicura più di un professionista, difficilmente supera i 25mila euro e dunque la media minima. Nel bilancio di previsione 2021 del Consiglio nazionale dei commercialisti, per gli organi dell’ente, dunque il presidente e i 20 consiglieri, sono previsti oltre 2,3 milioni di euro: una media di oltre 113mila euro a testa l’anno.

Più di quanto incassano mediamente i commercialisti Paperoni, quelli del Trentino. Notevole poi il prestigio degli incarichi. Il presidente del Consiglio nazionale dei commercialisti, Massimo Miani (nella foto), ad esempio, oltre a diversi incarichi ottenuti nel corso del tempo, a novembre è stato scelto dal ministro dem delle infrastruttute e trasporti Paola De Micheli come commissario liquidatore del Consorzio Venezia Nuova e della Costruzioni Mose Arsenale, traghettando il Mose verso la gestione da parte dell’Autorità per la laguna di Venezia.

Davanti alla mancata indizione di nuove elezioni e a un consiglio giunto al termine del mandato, i rappresentanti degli Ordini dei commercialisti di Foggia e Latina hanno chiesto al Ministero della giustizia di nominare un commissario, specificando che la sospensione delle elezioni disposta dal Consiglio di Stato sarebbe stata relativa solo agli Ordini locali. A salvare posto e compensi del presidente e dei consiglieri, a quanto pare mettendoli al riparo da eventuali provvedimenti da parte di via Arenula, proprio ieri però è arrivata la decisione del Tar, che ha accolto il ricorso di una commercialista di Pescara e annullato il regolamento per le elezioni dell’ente, ritenendo che non rispetti la parità di genere. Servono nuove regole per votare. E nell’attesa il vecchio Consiglio resta saldamente al suo posto.