Sul condono delle cartelle i conti non tornano. Il Senato smonta i numeri di Draghi. Nel decreto Sostegni dati lacunosi e mancato gettito

I tecnici di Palazzo Madama contestano i numeri contenuti nel decreto Sostegni. Dati lacunosi sul condono delle cartelle e mancato gettito.

Sul condono delle cartelle i conti non tornano. Il Senato smonta i numeri di Draghi. Nel decreto Sostegni dati lacunosi e mancato gettito

Il condono delle cartelle esattoriali finisce sotto la lente dei tecnici del servizio Bilancio del Senato. Nel dossier sul decreto Sostegni non ci sarebbero abbastanza informazioni sugli effetti del condono fiscale. In particolare manca il valore complessivo delle cartelle che vengono cancellate e non viene indicata la metodologia per calcolare l’importo che si contava di incassare e che quindi verrà a mancare.

Mancano dettagli anche sul numero di cartelle per le quali erano in corso la ‘rottamazione’ che verranno annullate. Parlando dell’articolo 4 del provvedimento (Proroga del periodo di sospensione delle attività dell’agente della riscossione e annullamento dei carichi) i tecnici scrivono: “Con riferimento alla stima degli oneri connessi alle disposizioni contenute nei commi da 4 a 9 si evidenzia che la relazione tecnica fornisce informazioni circa la metodologia di analisi utilizzata per la stima nonché precisa l’importo complessivo dell’onere da annullamento dei debiti di importo residuo pari a complessivi 451,3 mln di euro (suddivisi per le diverse tipologie di enti creditori)”.

La Relazione tecnica indica in 666,3 milioni il costo di annullamento ruoli e in 453,1 milioni l’impatto sulle entrate da riscossione ruoli. Ma secondo i tecnici del Senato i dati sul condono delle cartelle appaiono lacunosi: non “rinvengono peraltro indicazioni circa: l’importo complessivo dei crediti residui fino a 5.000 euro affidati dal 2000 al 2010 per i quali sono in corso i pagamenti relativi alla rottamazione-ter, e al saldo e stralcio; i dati dai quali si desume l’aspettativa di riscossione; in particolare il peso della componente della riscossione derivante da recupero coattivo e quella da rateazione, nonché della curva di riscossione attesa che si basa sull’analisi di dati storico-statistici, suddivisi per i diversi anni”.

Con riferimento al prospetto riepilogativo degli effetti finanziari prodotto a corredo della relazione tecnica, “si rileva la mancata corrispondenza con quanto rappresentato nell’apposita tabella riepilogativa della relazione tecnica del costo annullamento ruoli, per quanto concerne l’indicazione degli effetti riconducibili in capo agli ‘altri enti’. Nel prospetto riepilogativo in proposito nella prima riga ‘altri enti’ sono riportati, in termini di saldo netto da finanziare e di maggiore spesa corrente, valori che sembrerebbero riferibili agli ‘enti di previdenza’. Di contro i valori che la relazione tecnica imputa agli altri enti (pari a 26,5 mln di euro per l’anno 2021, 22,5 mln di euro per l’anno 2022 e 16,9 mln di euro per l’anno 2023) sono indicati nel prospetto riepilogativo come rimborsi spese e diritti di notifica a carico dell’erario.

Sul punto si richiede un chiarimento. Quanto poi ai soggetti ricompresi nell’insieme ‘altri enti’ andrebbero fornite maggiori indicazioni circa la composizione della platea interessata dal condono delle cartelle. Con specifico riguardo agli enti territoriali, che a norma del comma 5 hanno la facoltà di ripianare l’eventuale maggiore disavanzo in non più di dieci annualità, andrebbe confermata l’assenza di oneri erariali.

In proposito, nel condividere quanto si legge nella relazione tecnica dove si evidenzia che l’autorizzazione al ripiano pluriennale dell’eventuale disavanzo degli enti territoriali non determina effetti sui saldi di finanza pubblica in quanto non amplia la capacità di spesa degli enti, non può non rammentarsi che, in caso di normativa statale che impatti negativamente sulle entrate degli Enti territoriali, deve contenere la previsione dell’onere e l’indicazione della copertura finanziaria riferita ai relativi bilanci, annuali e pluriennali. Viene, poi, posta attenzione (“nulla viene detto”) alle possibili conseguenze derivanti dalla sospensione delle notifiche.