Condono su tasse e multe a giugno: la riforma taglia-arretrati e i 16 milioni di cartelle fiscali cancellate. 666 milioni regalati a chi non paga

Il condono su tasse e multe del governo Draghi arriva a giugno, quando la riforma taglia-arretrati cancellerà 16 milioni di cartelle fiscali

Condono su tasse e multe a giugno: la riforma taglia-arretrati e i 16 milioni di cartelle fiscali cancellate. 666 milioni regalati a chi non paga

Il condono sulle tasse e le multe arriva a giugno: la riforma taglia-arretrati del governo Draghi riguarda 16 milioni di cartelle fiscali che possono essere cancellate. Alla faccia di chi paga le tasse, che evidentemente è un fesso.

Condono su tasse e multe a giugno: la riforma taglia-arretrati

Matteo Salvini, leader della Lega, preannuncia un accordo con il premier Mario Draghi per “azzerare decine di milioni di cartelle”. Antonio Tajani, coordinatore nazionale di Forza Italia, chiede di “continuare sulla rottamazione, e la pace fiscale deve essere una vera pace fiscale, siamo solo all’inizio”. Intanto il piano è pronto. Si potrà ottenere la cancellazione del debito solo sotto i 5mila euro di valore del ruolo a condizione di avere un reddito al di sotto dei 30mila euro. E ci sarà una finestra temporale ridotta, che andrà dal 2000 al 2010. Il Decreto Ristori dice che le regole verranno fissate da un successivo decreto attuativo del ministero dell’Economia. Da emanare entro trenta giorni dalla data di conversione del Ristori.

Il costo dell’operazione sarà di 300 milioni per il primo anno, che saliranno a 666 nel 2025. Con la nuova cancellazione dei debiti fiscali, che segue quella delle cartelle al di sotto dei mille euro del 2019, saranno automaticamente annullati i debiti di importo residuo. Si cancelleranno Iva, Irpef, Irap e multe auto ma non i crediti collegati agli aiuti di Stato. E nemmeno ammende e sanzioni dopo condanne e debiti per i quali sono state avviate procedure concorsuali di recupero del debito.

L’83% potrà beneficiare della sanatoria. O del condono, come ha ammesso il presidente del Consiglio Mario Draghi. “È un condono, ma è un condono di multe di oltre 10 anni fa che abbiamo contenuto: 5 mila euro di importo corrispondono a 2.500 netti perché ci sono interessi e sanzioni. In più l’abbiamo contenuto all’interno di un tetto di reddito. Quindi questo azzeramento permette all’amministrazione di perseguire la lotta all’evasione più efficacemente ma è chiaro che lo Stato non ha funzionato perché ha permesso l’accumulo di milioni di cartelle”

16 milioni di cartelle fiscali cancellate: 666 milioni regalati a chi non paga

Il limite di reddito a 30mila euro – nell’imposta sul reddito: non c’entra l’Isee – esclude solo una porzione limitata di beneficiari.  Quante saranno le cartelle fiscali cancellate con il condono del governo Draghi? La Stampa ipotizza oggi la cifra di 16 milioni totali. E aggiunge che oggi il «magazzino ruoli» delle Entrate ha dentro per il 35% da crediti che hanno più di 10 anni (344 miliardi), il 34% (333 miliardi) l’hanno affidato affidato dal 2011 al 2015 e solo il restante 31% (310 miliardi) risale a dopo il 2015.

Il 41% del totale (405,3 miliardi) risulta «di difficile recuperabilità», perché i contribuenti sono falliti, defunti o risultano nullatenenti e le sono imprese cessate; un altro 45% (440 miliardi) è già stato oggetto di azioni esecutive o cautelari che non hanno però consentito il recupero integrale delle somme; e poi c’è un 5% (50,2 miliardi) che risulta congelato per effetto di sentenze della magistratura o che sono oggetto di rottamazione ter e saldo e stralcio. Per cui il magazzino netto vale appena 74 miliardi, il 7%.

Sul fronte fiscale restano anche sospesi fino al 30 aprile i versamenti delle cartelle in pagamento e gli avvisi esecutivi. Prorogato di 12 mesi il termine per le notifiche e di 24 mesi quello della prescrizione. Ci sarà più tempo anche per saldare le rate della Rottamazione ter e del saldo e stralcio. Inoltre l’Agenzia delle entrate mettera’ a disposizione dei cittadini la dichiarazione precompilata il 10 maggio, anziché il 30 aprile, con lo slittamento dei termini delle certificazioni uniche a fine marzo. Arriva anche la sanatoria per le partite Iva che hanno subito una perdita del 30% del fatturato 2020 rispetto al 2019.

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