Conflitto di interessi, la maggioranza blocca di nuovo la proposta: rinviato l’esame alla Camera

La maggioranza ha nuovamente bloccato la proposta sul conflitto di interessi, rinviando la discussione di una settimana.

Conflitto di interessi, la maggioranza blocca di nuovo la proposta: rinviato l’esame alla Camera

Tutto rinviato, di un’altra settimana. La discussione in Aula alla Camera della proposta di legge sul conflitto di interessi slitta di una settimana. La proposta è stata avanzata in quota opposizione ed è a prima firma Giuseppe Conte: è poi stata riscritta in commissione con una delega al governo.

La decisione, però, è stata quella di rinviare la discussione perché manca un parere della commissione bilancio. Secondo Marco Grimaldi, di Alleanza Verdi-Sinistra, è “davvero disdicevole che ancora una volta si butti la palla in tribuna”. Mentre per Enrica Alfano, del Movimento 5 Stelle, “non c’è nessun interesse ad affrontare il tema”. La richiesta di rinvio è passata per 23 voti. 

Conflitto di interessi, la proposta slitta di una settimana

A chiedere di posticipare l’inizio dei voti sugli emendamenti è stato il relatore Paolo Emilio Russo (Forza Italia) in seguito all’intervento del presidente della commissione Bilancio Giuseppe Mangiavalori (anche lui di Forza Italia).

“La commissione Bilancio – ha spiegato – ha invitato il governo a fornire i chiarimenti richiesti in relazione ai profili finanziari del provvedimento. Il rappresentante del governo nella seduta di oggi ci ha comunicato che, anche in risposta ai rilievi della commissione Bilancio, l’Agcm ha segnalato l’esigenza di un incremento della pianta organica per far fronte all’estensione dei suoi compiti di vigilanza sui conflitti di interessi dei titolari dei governi regionali e dei presidenti delle Authority”.

La proposta normativa elaborata dal governo, ha aggiunto Mangiavalori, è ancora sotto la lente del Mef. Il testo ha avuto una genesi travagliata. Nato come una proposta del leader M5S Giuseppe Conte, nel corso dell’esame in commissione Affari costituzionali, è stata “svuotata” dalla maggioranza e dal governo che l’ha interamente sostituita con una delega all’esecutivo ad adottare, entro ventiquattro mesi, un decreto legislativo per la riforma della disciplina in materia di conflitti di interessi. Sono solo 7 infatti gli emendamenti presentati, di cui tre (Pd, Avs e M5s) interamente sostitutivi della delega inserita in sede referente dalla maggioranza.