Congresso del Pd, chi sarà il nuovo segretario dem che rimpiazzerà Letta dopo la sconfitta alle urne? Tra i nomi papabili Bonaccini e Schlein

Verso il congresso del Pd dopo il fallimento di Letta. Quali sono i nomi più papabili e chi potrebbe essere il nuovo segretario dem?

Congresso del Pd, chi sarà il nuovo segretario dem che rimpiazzerà Letta dopo la sconfitta alle urne? Tra i nomi papabili Bonaccini e Schlein

Si va verso il congresso del Pd per scegliere il nuovo segretario che sostituirà Enrico Letta dopo la sconfitta alle elezioni del 25 settembre. Tra i nomi che stanno circolando con maggiore insistenza figurano Stefano Bonaccini ed Elly Schlein.

Congresso del Pd, chi sarà il nuovo segretario dem che rimpiazzerà Letta dopo la sconfitta alle urne?

Il clamoroso flop del Partito Democratico e della strategia del voto utile alle urne ha acceso un faro sulla fine dell’era di Enrico Letta al Nazzareno. Neppure 24 ore dopo le elezioni, il leader della massacrata coalizione di centrosinistra ha annunciato il suo addio alla segreteria dem e la decisione di convocare un nuovo congresso dal quale emergerà la figura alla quale passerà il testimone. In un primo momento, si era detto che il congresso – appena l’ottavo in ben quindici anni – sarebbe stato riunito a marzo ma, con ogni probabilità, verrà anticipato a febbraio. Al pari del proliferare delle congetture sui possibili ministri che comporranno il Governo Meloni, il totonome sembra essere fuori controllo anche rispetto alle supposizioni sul papabile successore di Letta.

Mentre si rincorrono nomi di figure storiche del partito come gli ex ministri Dario Franceschini, Andrea Orlando e Lorenzo Guerini, è evidente che uno dei temi cruciali su cui verterà il dialogo all’interno del Pd riguarda le alleanze. Il predecessore di Letta, Nicola Zingaretti, infatti, ha dichiarato: “Il problema non era il campo largo. Ma non averlo avuto. Divisi si perde tutti”.

Tra i nomi papabili Bonaccini, Provenzano e Schlein per il congresso del Pd

Stefano Bonaccini

Per quanto riguarda il totonome, il successore naturale di Letta sembra essere il governatore dell’Emilia-Romagna Stefano Bonaccini, appoggiato da correnti come Base Riformista. Anche Area Dem, inoltre, potrebbe supportare la candidatura di Bonaccini. Il presidente emiliano, intanto, ha rilasciato alcune interviste durante le elezioni avendo cura di non sparare a zero su Letta ma dimostrando più e più volte di avere idee chiare sulla direzione che il partito dovrebbe seguire in futuro. “Una busta paga in più in tasca ai lavoratori e un salario minimo per chi oggi non è coperto da un contratto collettivo. Una forte spinta sulla transizione ecologica ed energetica perché significa bollette più basse e un pianeta più pulito per i nostri figli, a fronte della destra che vaneggia di nucleare senza dire dove e quando. Infine, più sanità pubblica”, questi alcuni degli obiettivi fondamentali da perseguire secondo Bonaccini.

Il governatore dell’Emilia-Romagna, inoltre, ha anche affermato al Corriere della Sera che “qui o cambiamo radicalmente e riprendiamo a parlare alla gente o andremo avanti di sconfitta in sconfitta”.

Peppe Provenzano

Altro candidato possibile è Peppe Provenzano, favorito dalla sinistra del partito. Dopo le elezioni, in presenza di Letta, Provenzano ha dichiarato: “Non ci serve un nuovo segretario, ma un nuovo partito. È questo che non siamo riusciti a realizzare ed è questo di cui abbiamo davvero bisogno – e, secondo quanto riportato da La Stampa, ha aggiunto –. Non servono scorciatoie personalistiche e un congresso che sia una mera conta sui nomi ma una nuova identità, tornare a parlare ai propri mondi di riferimento, smettere di essere responsabili a prescindere, farsi carico delle battaglie e delle istanze della parte più sofferente del Paese. Senza gli equilibrismi continui che tanto hanno danneggiato il Pd degli ultimi anni”.

Elly Schlein

C’è, poi, anche Elly Schlein che, secondo alcune indiscrezioni, rappresenterebbe l’opzione preferita di letta e di una parte della sinistra Dem che non si identifica con Irlando. La Schlein è stata, del resto, descritta da The Guardian come astro nascente della sinistra italiana ed è riuscita a fomentare Piazza del Popolo nell’ultimo giorno di campagna elettorale facendo il verso all’avversaria del centrodestra Giorgia Meloni. Schlein, 37 anni, non è iscritta al Pd: è uscita dal partito dopo l’approvazione del Jobs Act ma, dopo le elezioni del 25 settembre, potrebbe diventare la capogruppo dem alla Camera.

Non mancano, infine, ipotesi legate alle candidature del sindaco di Pesaro Matteo Ricci e al sindaco di Firenze Dario Nardella.