Consip, ci risiamo. Tornano le ombre sugli appalti dello Stato. Lo strano caso della medicina del lavoro

Consip, ci risiamo. Tornano le ombre sugli appalti dello Stato. Il caso dei medici del lavoro

Le cimici dei magistrati sparse negli uffici, lo scandalo, i nuovi vertici, un’attenzione mediatica senza precedenti. In Consip – l’ormai arcinota Centrale acquisti della pubblica amministrazione – negli ultimi anni si è visto di tutto ma certe abitudini non sembrano cambiate. Certo, una lezione è servita: le gare da miliardi di euro come quella che ha fatto scattare le manette per l’imprenditore napoletano Alfredo Romeo, sono mostri difficili da gestire e non servono a tenere in piedi un mercato con più soggetti economici. C’è un altro aspetto che però resta carente: l’assoluta trasparenza nelle gare. A sostenerlo con due interrogazioni ai ministri delle Finanze e del Lavoro è il senatore di Ala, Vincenzo D’Anna. Il parlamentare ha messo sotto la lente una gara milionaria per la gestione della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro delle pubbliche amministrazioni. L’apertura delle buste presentate da diverse aziende del settore si è svolta il 18 settembre scorso e l’esito – a sentire D’Anna – puzza di bruciato. Tre le anomalie riscontrate, a partire dalla stranezza che la società vincitrice del maggior numero di lotti, la Com Metodi Spa, con sede a Milano, in Lombardia non si è nemmeno presentata, mentre al Nord e al Centro Italia l’ha spuntata la società romana Sintesi Spa. Di quest’ultima azienda La Notizia si era occupata in un articolo pubblicato il 12 luglio scorso, dal titolo “Salute nei luoghi di lavoro, un solo asso pigliatutto. Così il gruppo Sintesi la spunta in Consip, Tim, Enel e Inps”, ricevendo poco dopo una minaccia di querela per un presunto contenuto diffamatorio. Nell’articolo in questione si evidenziava la stranezza dei successi a raffica nelle gare pubbliche a cui Sintesi partecipava, anticipando quello che poi è effettivamente avvenuto. Il senatore D’Anna nella sua richiesta di chiarimenti al ministro Giuliano Poletti punta però la Com Metodi, rilevando che è lo stesso gruppo a definirsi una “società di consulenza”, esattamente come Deloitte. Per il parlamentare, ma anche facendo un semplice ragionamento di buon senso, non è facile capire cosa c’entra la consulenza con la salute, soprattutto di fronte a gare pubbliche che valgono decine e decine di milioni di euro e chiedono super specializzazioni. Secondo D’Anna – ed è qui una seconda anomalia – la società che ha vinto in Calabria e Sicilia – la Igeam Srl – risulta poi legatissima a Com Metodi e Deloitte, come riportato sullo stesso portale internet della Com Metodi.

Progetti fotocopia – Se tutto questo non bastasse per far alzare l’attenzione, esce fuori anche una straordinaria somiglianza tra i progetti presentati per i diversi lotti, sostanzialmente fatti in fotocopia. D’Anna parla di un’esecuzione dell’appalto di tipo “ingegneristico, quasi metafisico”. E dire, denuncia il parlamentare, che in barba alle assicurazioni di massima legalità e trasparenza, Consip a questa gara ha ammesso anche Sintesi Spa, società che – sempre a suo dire – non avrebbe potuto partecipare. Il motivo sta nel fatto che in una precedente gara all’Inps questo gruppo avrebbe presentato dichiarazioni non corrette sul fatturato dei lavori svolti e sulla certificazione Iso. Circostanze che se confermate costringerebbero Sintesi Spa a non partecipare per due anni alle gare con tutte le amministrazioni pubbliche. Ultima delle anomalie riscontrate è infine il prezzo applicato ancora da Sintesi, con uno sconto del 75% che rende poco comprensibile come si possa espletare il servizio pagando regolarmente il personale medico. Tante stranezze, insomma, che se per il senatore D’anna fanno una prova, per Consip sono passate lisce, suscitando la reazione di una delle società scavalcate nella gara, la Sma Servizi Medici Aziendali, che ha invitato l’Inps a non disporre l’aggiudicazione definitiva della gara che la riguarda, trasmettendo alla Corte dei Conti l’elenco di tutto ciò che è “sfuggito” alla commissione di gara della Consip, e chiedendo allo stesso istituto di previdenza di informare di tutto l’Autorità Anticorruzione di Raffaele Cantone. Si torna, insomma, a vedere poco chiaro negli appalti gestiti dalla Centrale acquisti della pubblica amministrazione. Uno snodo delicatissimo per le imprese che lavorano con lo Stato, dove passano miliardi di euro e i requisiti formalmente strettissimi poi sembrano schivati da società che stranamente riescono ad aggiudicarsi molti lotti. Il caso di Gala spa, società dell’energia, che sbaragliò persino l’Enel dalle Alpi a Lampedusa fa scuola. La società vinse e poi fallì. Per Consip però era la migliore.