Consumi elettrici al lumicino ma lo Stato spende

di Stefano Sansonetti

Un maxi-appalto il cui costo continua ad aumentare di anno in anno. Così come continua a crescere il volume massimo di energia elettrica acquistabile dal ministero dell’economia per tutta la pubblica amministrazione. Questa volta si è raggiunto il record, almeno a seguire la serie degli ultimi sei anni. Si dà infatti il caso che la Consip, la società di via XX Settembre che cura gli approvvigionamenti di beni e servizi per lo Stato, abbia proprio in questi giorni predisposto un bando di gara del valore monstre di 1 miliardo 52 milioni e 800 mila euro. Si tratta del valore massimo che può raggiungere la gara per “la fornitura di energia elettrica e dei servizi connessi per le pubbliche amministrazioni”. Il tutto, spiegano i documenti di gara, per acquistare una fornitura di 5.760 GWh (Gigawattora). Come nelle edizioni precedenti parliamo di una convenzione che durerà un anno, prorogabile di ulteriori 6 mesi. A dare nell’occhio, però, è soprattutto l’aumento delle cifre. La stessa gara di un anno fa, infatti, valeva 1 miliardo 5 milioni e 500 mila euro, per un totale massimo di 5.500 GWh. L’escalation è addirittura impressionante rispetto al 2012, quando la medesima fornitura di energia elettrica predisposta dalla Consip valeva “solo” 373 milioni e 200 mila euro, a fronte di un fabbisogno stimato in 2.800 Gwh.

 

La questione

Insomma, possibile che in un momento in cui si cerca di risparmiare ovunque, e in cui anche il commissario alla spending review, Carlo Cottarelli, propone di spengere le luci pubbliche per non spendere troppo, gli appalti della società di via XX Settembre siano sempre più consistenti da un punto di vista economico? Naturalmente la risposta è complessa, perché come spiega la società, guidata dall’amministratore delegato Domenico Casalino, l’incremento di costi e fabbisogni è in gran parte determinato dall’aumento del perimetro delle amministrazioni pubbliche che si devono obbligatoriamente riferire agli appalti Consip o che comunque devono prendere queste commesse come parametro di riferimento. Questo significa che le impennate in questione non necessariamente significano consumi maggiori. Anche se, va detto, le convenzioni sono “elastiche”, nel senso che all’interno dei massimali gli acquisti e i consumi finali possono anche aumentare o diminuire da un anno all’altro. Quindi il vero conto per stabilire un maggior consumo e una maggior spesa può essere fatto solo a fine anno considerando la situazione in ogni singola amministrazione. Lavoro a dir poco titanico.

 

I re delle commesse

Naturalmente, come sempre avviene in presenza di grandi appalti di questo tipo, gli appetiti dei colossi dell’energia non mancano mai. Se si va a vedere chi ha vinto le edizioni dei precedenti bandi Consip, ci si rende conto che Edison Energia l’ha spesso fatta da padrona. Tanto per dirne una la società, controllata dai transalpini di Électricité de France, nell’edizione dell’anno scorso ha fatto suoi ben 7 lotti su 10, lasciando gli altri tre alla Gala spa. Nell’edizione 2012, che era divisa in quattro lotti, Edison Energia ne ha incassati due, lasciando il resto a Gala spa e agli svizzeri di Alpiq. Ancora Gala e Alpiq si erano divise in parti uguali i quattro lotti dell’edizione 2011 della gara. Tanto basta per dire che dal 2011 a oggi la torta è fondamentalmente stata divisa tra Edison, Gala e Alpiq. Bisogna risalire al 2010 per veder spuntare come vincitrice di due lotti Acea, partecipata al 51% dal comune di Roma e con altre quote importanti dal gruppo Caltagirone e dai francesi di Gdf. La stessa Acea che, nel 2009, si era aggiudicata la metà dei quattro lotti in palio. E a chi erano andati gli altri due? All’onnipresente Edison.

Twitter: @SSansonetti