Contaminavano terreni agricoli, 23 indagati a Roma. Hanno sversato 57mila tonnellate di immondizia contenente inquinanti pericolosi

Smaltire i rifiuti speciali è uno dei problemi della modernità. Un tema ormai al centro dei dibattiti mondiali e a cui nessuno sembra riuscire a dare una risposta definitiva ma che qualcuno, tra Roma e Latina, aveva pensato bene di risolvere nel peggiore dei modi: sotterrando tutto in barba a leggi e regolamenti. Per questo ieri dalla Capitale e fino a tutto il basso Lazio sono state poste sotto sequestro discariche abusive gestite da ventitré persone, tutte indagate dalla Dda di Roma del terribile reato di traffico illecito di rifiuti.

Tra loro spicca anche una vecchia conoscenza della giustizia italiana ossia Luca Fegatelli (nella foto), ex direttore dell’Area Rifiuti della Regione Lazio e oggi dirigente dell’Ente Parco Regionale dell’Appia Antica, che era stato arrestato, processato e successivamente assolto nell’inchiesta su Malagrotta assieme al re dell’immondizia Manlio Cerroni.

FATTI ORRIBILI. Quanto scoperto dal procuratore Michele Prestipino fa raggelare il sangue. Tra il 2014 e il 2018, infatti, gli indagati avrebbero sversato senza pietà la cifra record di 57mila tonnellate di rifiuti speciali. Un danno ambientale incalcolabile perché i terreni in cui venivano interrati i pericolosi e tossici rifiuti si trovano coltivazioni di olivi e granturco. Non solo. Molte di queste aree erano finite da tempo al centro degli esposti dei cittadini di Pontinia per via dei nauseabondi miasmi. Denunce che sembravano cadute nel vuoto ma che, invece, avevano dato il via all’inchiesta.