Conte alla Camera attacca i revisionisti anti-Covid alla Salvini: “Grave parlare di atteggiamento liberticida”

“Se non si condivide la necessità di prorogare lo stato di emergenza lo si dica in modo franco, ma non si attribuisca al governo e non si faccia confusione nella popolazione. Oggi leggendo alcune pagine e risposte sui social ho visto che c’è qualcuno che è stato convinto che la proroga dello stato di emergenza significhi tornare al lockdown, significhi misure più restrittive dal primo agosto, non è affatto così“. Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte non fa sconti sulle responsabilità delle opposizioni e sui “revisionisti” dell’emergenza Covid, nelle sue dichiarazioni in aula alla Camera sulla proroga dello stato di emergenza – che in base alla risoluzione votata ieri dal Senato durerà fino al 15 ottobre . E risponde direttamente alle opposizioni: “La dichiarazione di proroga dello stato di emergenza non lede la nostra immagine all’estero, anzi: l’Italia viene vista come un paese sicuro“.

Anzi, argomenta il presidente del Consiglio: è proprio la “drammatizzazione” del dibattito parlamentare che “potrebbe creare nocumento all’immagine dell’Italia all’estero”. Per questo il dibattito “dovrebbe attenersi a profili giuridici e tecnici senza drammatizzare”. Ieri invece “nel dibattito c’è stato qualche fraintendimento. Non sto dicendo che è preclusa una valutazione politica, anzi siete chiamati a farla in questa sede. Voglio dire che il governo sta operando questa valutazione sulla base di istanze organizzative, operative, non certo perché si vuole fare un uso strumentale come qualcuno si è spinto ad affermare, perché ad esempio si vuole assumere un atteggiamento liberticida, si vuole reprimere il dissenso, si vuole tenere la popolazione in uno stato di soggezione. Sono affermazioni gravi, che non hanno nessuna corrispondenza con la realtà”.

Insomma: “La dichiarazione dello stato di emergenza costituisce certamente il presupposto di fatto, il requisito sostanziale, ma non potrebbe in alcun modo legittimare l’adozione dei dpcm, se non fosse affiancata da una fonte abilitante di rango legislativo. Dunque, per poter continuare a essere esercitato dopo il 31 luglio, quel potere richiederà comunque un ulteriore intervento normativo, ovvero un nuovo decreto legge, che sarà sottoposto all’esame parlamentare per la sua conversione in legge. Con quel decreto, dovranno essere differiti i termini contenuti nei decreti legge n. 19 e n. 33″ adottati nel corso dello stato d’emergenza, “coerentemente con il termine prorogato”.

A rispondere a tono tra gli altri è stata Giorgia Meloni che non ha fatto alcun passo indietro rispetto a quanto detto e fatto nei giorni scorsi: “Lei fin qui ha avuto poteri straordinari tanti da configurare quasi i pieni poteri. Cosa ci avete fatto? Li avete usati per fare un’infornata di 300 nomine pubbliche nel corso del lockdown. Li avete usati per mettere nei decreti cose che non c’entrano nulla con la pandemia come la concessione di Fiumicino alla famiglia Benetton, avete fatto la commissione sulle fake news, il ministero della verità o la sanatoria dei migranti, sono queste le cose che volete continuare a fare? Il centrodestra non vi darà tregua”.

In ogni caso, dopo il via libera al Senato,  la risoluzione di maggioranza che prolunga al 15 ottobre lo stato d’emergenza ottiene anche l’ok dell’Aula della Camera: il documento è stato approvato con 286 voti a favore, 221 contrari e 5 astenuti. Passato l’esame del Parlamento, l’effettivo via libera alla proroga avverrà nel prossimo Consiglio dei ministri, convocato questa sera alle ore 20.