Conte fiuta le manovre di Italia Viva. E stoppa Guerini al Copasir

Salta l'intesa tra maggioranza e opposizioni sul nome del presidente del Copasir. Se ne riparlerà martedì 6 dicembre.

Conte fiuta le manovre di Italia Viva. E stoppa Guerini al Copasir

Contrariamente alle attese di due giorni fa, alla fine ieri è stata rinviata la prima convocazione del Copasir (la commissione bicamerale che vigila sull’attività dei servizi segreti) che era fissata alle 14. La ragione è la mancata intesa tra maggioranza e opposizioni sul nome del presidente, la cui elezione (insieme a quella di vicepresidenti e segretari) era all’ordine del giorno della seduta.

Salta l’intesa tra maggioranza e opposizioni sul nome del presidente del Copasir. Se ne riparlerà martedì 6 dicembre

L’organismo è stato riconvocato alle 14 di martedì 6 dicembre, sempre nella sede di palazzo San Macuto. Da regolamento, la presidenza spetta a un componente scelto tra le forze che appoggiano il governo: il nome più gettonato era quello dell’ex ministro della Difesa Lorenzo Guerini, del Pd, che ha ricoperto la stessa carica tra il 2018 e il 2019.

Un nome, in teoria, retto da un’intesa raggiunta tra Pd e Movimento cinque stelle. Alla fine però qualcosa è andato storto. L’accordo prevedeva che ai dem andasse la presidenza del Copasir, mentre ai Cinque stelle la guida dell’altra commissione di garanzia che per prassi spetta all’opposizione: la Vigilanza Rai.

Il punto però è che in questa legislatura ci sono tre opposizioni: Pd, M5S e Terzo Polo. E sarebbe questo il motivo per cui alla fine Giuseppe Conte avrebbe fatto saltare il tavolo chiedendo esplicitamente di sconvocare la riunione e rifissarla per la prossima settimana: Matteo Renzi e Carlo Calenda si sarebbero mossi per trovare un’intesa con parte del Pd per sì nominare al Copasir Guerini, ma per poi provare ad affidare la presidenza della Vigilanza Rai a un nome caro a Renzi, Maria Elena Boschi.

Una strategia non si sa quanto concreta ma subodorata da Conte che alla fine ha deciso, come detto, di frenare ogni tipo di accordo e di nomina. A questo punto ci sono ulteriori giorni per trovare un’intesa che sia questa volta stabile. È probabile che anche i Cinque stelle debbano rinunciare al loro nome in pole: Riccardo Ricciardi, vicepresidente del Moivimento e fedelissimo di Conte.

La scelta potrebbe allora andare su Chiara Appendino, nome gradito anche ad ampia parte del Pd. E non è detto ovviamente che, allo stesso modo, il Pd possa rimanere sul suo nome. D’altronde anche al Nazareno i nomi in ballo erano due: accanto all’ex ministro della Difesa, calde sono anche le chance del senatore Enrico Borghi, già membro del Copasir nella passata legislatura. I due una volta erano della stessa corrente, Base riformista, ed entrambi ex renziani doc. Poi il tempo ha lasciato Guerini dov’era, alla guida di Base riformista, e ha portato Borghi nella segreteria di Letta.

Con le opposizioni che marciano in ordine sparso, sarà quindi fondamentale il voto della maggioranza sui nomi messi in campo dall’opposizione. E qui tocca leggere in controluce tanti movimenti. Il risiko del Copasir troverà la sua soluzione in mezzo a tutto questo. Il partito della premier Giorgia Meloni, ha tre componenti: Giovanni Donzelli, Andrea Augello e Angelo Rossi.

Per la Lega c’è Claudio Borghi, mentre Forza Italia ha indicato la capogruppo al Senato Licia Ronzulli. Per l’opposizione, ci sono due componenti a testa per Cinquestelle (Roberto Scarpinato e Marco Pellegrini) e Pd (Borghi e Guerini). Per Iv c’è Ettore Rosato che è stato sottosegretario all’Interno. Per costoro ovviamente saranno determinanti le indicazioni di partito. A decidere i nomi dei presidenti però saranno i veti incrociati e, soprattutto, la doppia partita tra le due commissioni in ballo. Sapendo che per Renzi sarebbe fondamentale avere la Vigilanza.