Plebiscito a Cinque stelle. Conte incoronato presidente. La strategia: nuove parole d’ordine e battaglie simbolo. “Tornare alla politica con la P maiuscola”

Oltre 62mila iscritti, il 93% dei votanti, incoronano Conte presidente del Movimento. La strategia del presidente: nuove parole d'ordine e battaglie simbolo.

Plebiscito a Cinque stelle. Conte incoronato presidente. La strategia: nuove parole d’ordine e battaglie simbolo. “Tornare alla politica con la P maiuscola”

Si dirà: era un voto scontato, inevitabile, dall’esito prevedibile. Sarà anche vero, ma i dati non dicono semplicemente che Giuseppe Conte è ufficialmente il nuovo leader del Movimento cinque stelle, ma che lo è dopo una votazione a dir poco plebiscitaria. Solo in tarda serata (alle 22,40 inoltrate) è stata sciolta la riserva e i dati sono stati resi pubblici direttamente dal presidente del comitato di Garanzia Vito Crimi: su 115.130 aventi diritto, hanno votato votanti 67.064. E di questi hanno espresso il proprio favore a Conte presidente 62.242. Il 96% dei votanti.

Di fatto, dunque, la votazione ha dato il risultato chiesto dal futuro – e attuale – presidente del Movimento: un largo consenso alla sua leadership che metta fine alle diatribe interne e soprattutto si metta alle spalle le tensioni con Beppe Grillo. “Metterò tutto il mio impegno per non deludere le vostre aspettative e per restituire la massima dignità alla politica, con la P maiuscola” le prime parole di Conte nel corso di una diretta Facebook (qui il video).

LA GIORNATA. Per 48 ore gli iscritti hanno votato sulla nuova piattaforma Skyvote rispondendo a un semplice quesito: “Sei favorevole all’elezione del prof. Giuseppe Conte alla carica di Presidente?”. Risposta scontata, come dicevamo, un po’ meno l’incredibile plebiscito che avvalora e legittima a maggior ragione quanto fatto finora dal leader. Già da settimane Conte si è messo in testa al Movimento, come dimostrato nella delicata trattativa con Palazzo Chigi in occasione della riforma Cartabia. E adesso continuerà a dettare la linea.

“Ho in mente un Movimento che si affermi come forza politica di massa, che agisca in modo corale, in cui ciascun eletto o anche iscritto avverta la concreta possibilità di partecipare a una grande impresa comune – afferma al Corriere della Sera -. Un Movimento che offra la possibilità a ciascuno di esprimere i propri talenti e mettere le proprie competenze a servizio della comunità di riferimento”.

Certo, sul tavolo restano alcuni nodi da sciogliere come ad esempio quello dello stop al terzo mandato elettivo. Il tema sarà affrontato a tempo debito. “Il Movimento cambierà volto, ci saranno tante nuove figure, capaci e competenti che daranno il loro contributo – annuncia Conte -. Non dobbiamo lasciare la politica solo ai mestieranti, alla categoria dei soliti noti, la politica è di tutti”.

“Sono rimasto sinceramente sorpreso del patrimonio di capacità che ho trovato nei gruppi parlamentari; ho ascoltato gli eletti del Movimento con attenzione e ho scoperto risorse preziose, piene di competenze e ideali, rimaste nascoste troppo a lungo, che ora vanno valorizzate. Scordatevi l’epoca dei personalismi. Sarà un Movimento corale. Tutti dovranno sentirsi partecipi di questo progetto”. Anche chi non sempre ha condiviso le scelte fatte dopo il sostegno al governo Draghi.

PROSSIME SFIDE. Concetti questi ribaditi anche nell’intervento serale, il primo da leader ufficiale e formale del Movimento. Un punto centrale del suo intervento ha toccato proprio il desiderio di coinvolgere gli attivisti con un costante “confronto e dialogo”, ma con una condizione da subito messa agli atti: “Chi si porrà fuori da una linea condivisa scaturita da processi decisionali chiari e tra unsparenti dovrà poi farsi da parte”.

Un avviso ai naviganti, a malpancisti e dissidenti che non sono mancati in aula in occasione dei voti di fiducia alla riforma sulla giustizia. Riforma che Conte ha più volte sottolineato è stata migliorata proprio grazie all’apporto dei 5S. Prossima battaglia? Il Reddito di cittadinanza, da migliorare sì, ma da cui non si può prescindere. Draghi e Renzi sono avvisati.

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