Dopo il salario minimo, la settimana corta. La nuova battaglia del leader del Movimento 5 Stelle, Giuseppe Conte, riguarda di nuovo le condizioni dei lavoratori, una priorità in questo periodo in cui l’inflazione e il crollo del potere d’acquisto mettono in ginocchio le famiglie. E in cui, dopo la pandemia, le condizioni di lavoro sono diventate un tema centrale.
Conte, in una diretta su Facebook, ha rilanciato la sua proposta di legge sulla riduzione del tempo di lavoro: il testo è arrivato in commissione Lavoro alla Camera, annuncia. L’obiettivo è di “ridurre in via sperimentale l’orario di lavoro da 40 a 32 ore, a parità di retribuzione”.
La proposta di Conte sulla settimana corta
Rilanciando la sua proposta, Conte cita le statistiche dei Paesi in cui è stata adottata la settimana corta: “Aumenta la soddisfazione dei dipendenti e il livello di produttività dell’azienda e ha anche vantaggi dal punto di vista ambientale” per una riduzione sia delle emissioni che dei consumi energetici.
Conte vorrebbe che l’Italia fosse il prossimo Paese a sperimentare la settimana corta sul lavoro. Il leader pentastellato ricorda che esistono già alcuni contratti aziendali, anche in Italia, che prevedono la settimana lavorativa di quattro giorni. Secondo Conte, per “molte persone la settimana lavorativa di cinque giorni è ormai un retaggio del ventesimo secolo, che va ripensato”.
Le cose sono cambiate negli ultimi anni: “I lavoratori sono usciti dalla pandemia con un’idea molto diversa di qualità della vita”. E sull’altro fronte anche le imprese “si rendono conto che un lavoro a orario ridotto, ma concentrato sugli obiettivi da raggiungere, è il modo migliore per avere un vantaggio competitivo”. D’altronde, secondo Conte, la settimana corta non crea problemi su quello che è uno dei maggiori nodi in Italia, ovvero la produttività: “Le sperimentazioni dimostrano come non sia sempre vero che lavorare di più equivale a essere più produttivi”.
Ci sarebbero, poi, i vantaggi per la salute dei lavoratori: la settimana corta può “influire positivamente sulla salute mentale e fisica dei lavoratori, facendo diminuire i casi di esaurimento o altre malattie correlate all’attività lavorativa”.
La proposta di legge
Il testo presentato da Conte punta a introdurre anche sostegni per le imprese che decidono di ricorrere alla settimana corta. L’idea è che per il primo triennio di sperimentazione si possa concedere ai datori di lavoro l’esonero dal versamento dei contributi previdenziali e assicurativi nel limite massimo di 8mila euro annui. Stesso beneficio che verrebbe concesso anche alle aziende che assumono nuovo personale con la riduzione dell’orario di lavoro. La proposta stabilisce un “limite massimo di spesa pari a 250 milioni di euro” l’anno per il 2024, il 2025 e il 2026. Ora bisogna vedere se anche su questa proposta, come sul salario minimo, si possa trovare una convergenza tra le opposizioni. E se la maggioranza sarà aperta al confronto sul tema.