Ora anche il governo è favorevole alla settimana corta

Nel piano per ridurre le emissioni presentato all'Ue, il governo apre all'applicazione della settimana lavorativa di quattro giorni.

Ora anche il governo è favorevole alla settimana corta

La settimana corta, ovvero una riduzione dell’orario e delle giornate di lavoro a parità di stipendio, è possibile. E ora, a scriverlo nero su bianco, è anche il governo. Lo fa presentando all’Ue il piano per ridurre le emissioni, puntando soprattutto su nuove modalità di lavoro: più smart working e incentivazione della settimana corta.

Il Pniec, il Piano nazionale per l’energia e il clima, inviato all’Ue segue il regolamento europeo ed è stato firmato dal ministro dell’Ambiente, Gilberto Pichetto Fratin. Si prevede una riduzione delle emissioni del 43,7% rispetto ai livelli del 2005 per trasporti, residenziale, terziario, e parte di industria, rifiuti e agricoltura.

Da subito, si legge nel piano, è necessario avviare “una significativa riduzione delle emissioni pari a oltre il 30% rispetto ai livelli del 2021”. Soprattutto in alcuni settori come trasporti, civile e agricoltura. Il piano richiederà una lunga negoziazione, di circa un anno, ma intanto rappresenta una esplicita apertura del governo sulla settimana corta. 

La settimana corta in Italia

Dopo la sperimentazione, ritenuta un successo, avvenuta in Gran Bretagna, da qualche mese si parla dell’ipotesi di applicare la settimana lavorativa di quattro giorni anche in Italia. Per il momento sono poche le aziende che stanno tentando di introdurre questo modello. C’è il caso di Intesa Sanpaolo o quello di Lavazza, con sistemi diversi. La settimana corta consiste, solitamente, in turni sviluppati su quattro giorni anziché cinque e con una riduzione del monte ore settimanale a parità di stipendio.

Lo smart working e la settimana di quattro giorni nel piano del governo

Tornando al Pniec, per ridurre i consumi il governo punta molto su nuove modalità di lavoro. Bisogna, infatti, “incentivare con maggiore forza misure tese a trasferire gli spostamenti dell’utenza dal trasporto privato a quello pubblico”, ma anche “ridurre la necessità di spostamento con politiche di favore per lo smart working”, si legge nel piano. 

Lo smart working, quindi, ma anche la necessità – sottolineata dal ministro dell’Ambiente – di “valutare la riduzione delle giornate lavorative a parità di ore lavorate”. Tutte misure che andrebbero insieme a una digitalizzazione del Paese che ridurrebbe gli spostamenti fisici e a un incentivo della mobilità dolce. La settimana corta, quindi, diventa un tema di discussione anche per il governo, che già negli scorsi mesi – pur con qualche dubbio – si era detto aperto a un confronto sul tema.