Giuseppe Conte sarà leader del M5s prima di Pasqua. Decolla anche l’associazione che sosterrà la leadership dell’ex premier

Giuseppe Conte scioglierà la riserva e sarà leader del MoVimento 5 Stelle questa settimana. L'annuncio arriverà prima di Pasqua e sarà deciso

Giuseppe Conte sarà leader del M5s prima di Pasqua. Decolla anche l’associazione che sosterrà la leadership dell’ex premier

Giuseppe Conte sarà leader del M5s prima di Pasqua. L’ex presidente del Consiglio scioglierà ufficialmente la riserva nella settimana che si apre oggi, e accettare – come scontato – l’incarico di  nuovo capo dei 5S. Durante il week end ci sono stati contatti tra i big grillini per decidere il momento in cui arriverà l’annuncio.

Giuseppe Conte leader M5s prima di Pasqua

E intanto decolla anche l’associazione culturale “Italia Più 2050”, che sostiene la leadership di Conte. Hanno aderito in queste ore Andrea Villano, amministratore di Omi (Officine Meccaniche Irpine) che opera nel settore aerospaziale da oltre trent’anni, e tre consiglieri regionali pugliesi: Peppino Longo (eletto con la lista civica ‘con Emiliano’), Ruggiero Mennea del Partito Democratico e Francesco La Notte (Popolari con Emiliano). L’associazione, nata con l’intenzione di promuovere la transizione ecologica e lo sviluppo sostenibile, annovera tra i suoi aderenti politici, imprenditori, accademici di ogni estrazione culturale interessati a sviluppare le tematiche che si trovano nel manifesto diffuso nei giorni scorsi e disponibile on line. Nei giorni scorsi sono state comunicate le adesioni del sindaco di Matera, Domenico Bernardi, della europarlamentare Isabella Adinolfi e di circa 40 parlamentari. L’associazione è attualmente guidata, tra gli altri, dagli esponenti del M5s Dalila Nesci, Carlo Sibilia e Giuseppe Brescia.

Ma intanto tra i parlamentari c’è maretta dopo l’annuncio di Beppe Grillo sul doppio mandato e sulla regola da mantenere. Il Corriere della Sera racconta che l’esercito degli eletti con due mandati è piuttosto nervoso. Rischiano tutti i big — da Luigi Di Maio a Paola Taverna, da Alfonso Bonafede a Danilo Toninelli — e anche i volti noti delle Regioni come Roberta Lombardi, Antonella Iaricchia e Sara Marcozzi.

Una cinquantina di deputati, diciannove senatori e una quarantina di consiglieri regionali si stanno confrontando su come muoversi. Chiedono chiarimenti e agita- no i gruppi del Movimento, specie a Montecitorio e a Palazzo Madama. Neofiti delle Aule contro parlamentari ormai navigati: uno scontro generazionale che sta diventando anche geografico. Eppure, almeno stando alle dichiarazioni pubbliche, lo scontro non esiste.

Gli eletti al secondo mandato non vogliono parlare. La maggioranza è contro Grillo. Molti glassano con un eloquente «no comment». C’è chi spiega: «Non posso esprimermi su una questione in cui sono in conflitto di interessi». Chi interviene è perché si professa favorevole a mantenere una delle regole auree del Movimento. «È bene che Grillo si sia espresso sul doppio mandato in maniera più che chiara», dice la ministra Fabiana Dadone.

Giuseppe Conte e il problema del doppio mandato

Autorevoli fonti pentastellate, conversando con l’Adnkronos, lanciano un messaggio al leader in pectore del Movimento: “La scelta di Grillo”, spiegano, “espone Conte al fuoco incrociato. Adesso o Conte smentisce Grillo o avrà contro i parlamentari al secondo mandato per due anni”. Insomma: l’ex premier non è stato ancora incoronato come ‘capo’ ma deve già fronteggiare il possibile ammutinamento dei pezzi da novanta del M5S, che ora minacciano di chiudere i rubinetti del finanziamento sulla scia di quanto già accaduto con la piattaforma Rousseau. “Blindare i 2 mandati ora – ragiona un big pentastellato – è una scelta suicida: si tratta in pratica di mandare al macero chi dovrebbe sovvenzionare il ‘nuovo’ Movimento. Se Conte avalla la scelta di Grillo, il partito se lo fa da solo”.

Mentre Conte e ‘l’elevato’ Grillo provano a comporre “amichevolmente” la frattura con l’Associazione Rousseau di Davide Casaleggio, il M5S sta infatti creando le condizioni per raggiungere una propria autonomia finanziaria: il tesoriere Claudio Cominardi ha aperto un conto corrente, dove confluiranno i versamenti dei parlamentari (nei giorni scorsi si è parlato di 3mila euro a testa) per sostenere il progetto rifondativo di Conte. Ma la bomba sganciata da Grillo in assemblea rischia di complicare maledettamente i piani dell’avvocato del popolo.

Nel frattempo Conte continua tessere la tela del ‘suo’ Movimento. Secondo quanto viene riferito da fonti grilline, l’ex inquilino di Palazzo Chigi vorrebbe costruire un partito ‘scalabile’, con referenti territoriali, guardando ai Verdi Europei e dando grande risalto al tema della formazione (nei progetti del leader in pectore ci sarebbe anche una “scuola politica”). Molti sono però gli ostacoli sul cammino di Conte: uno si chiama Rousseau, l’altro è rappresentato proprio dal tema dei 2 mandati.

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