Conte vuole diventare leader su Rousseau. E prepara la sfida finale. L’ex premier mira alla piattaforma. Ma il rischio è il muro contro muro

L'ex premier Giuseppe Conte mira a un investitura nel M5S che passi attraverso la piattaforma Rousseau. Ma il rischio è il muro contro muro.

Conte vuole diventare leader su Rousseau. E prepara la sfida finale. L’ex premier mira alla piattaforma. Ma il rischio è il muro contro muro

“Non posso intervenire io su un rapporto consolidato negli anni”. Solo pochi giorni fa così Giuseppe Conte aveva chiarito la sua posizione ai deputati 5 Stelle: non sarebbe stato lui a gestire la grana del divorzio tra il Movimento e Rousseau, l’associazione che reclama fior di milioni dagli eletti. In realtà, però, quel che si vocifera è che Conte non abbia alcun intenzione di abbandonare il campo.

L’ex presidente del Consiglio, d’altronde, anche durante la sua permanenza a Palazzo Chigi ha dimostrato di non essere uno che rinuncia agli oneri del ruolo che ricopre. Insomma, nessun passo indietro nella querelle intrapresa con Davide Casaleggio. D’altronde delle due l’una: o Conte decide di tirarsi indietro dalla grana Rousseau oppure chiede di essere votato come futuro leader su quella stessa piattaforma, sfidando di fatto lo stesso Casaleggio.

Anche agli occhi dei più inesperti è evidente come le due cose siano inconciliabili. E non a caso dalla stessa associazione di Rousseau hanno lasciato intendere come Conte, non essendo iscritto, non avrebbe neanche le carte in tavola per candidarsi al ruolo di leader. Al di là delle dichiarazioni distensive, è piuttosto palese che siamo di fronte a un muro contro muro.

Anche perché, se da una parte Casaleggio pretende la restituzione di soldi a suo dire non versati, dall’altra la posizione del Movimento è altrettanto granitica: “Conte ha motivo di candidarsi sulla piattaforma, non fosse altro per il ruolo che ha ricoperto. E poi perché di fatto è stato investito dai vertici del Movimento. Ora, però, in pieno spirito ‘pentastellato’ è giusto che venga votato dagli attivisti”, spiegano fonti interne al Movimento.

Il punto dirimente è che per i Cinque stelle gli stessi attivisti non sono semplicemente ‘iscritti su Rousseau’, quanto ‘iscritti su una piattaforma perché del Movimento cinque stelle’. E qui si tocca un’altra tematica profondamente delicata: a chi appartengono i dati sensibili di chi ha aderito a Rousseau? Per l’associazione, alla stessa associazione. Per i cinque stelle, invece, parliamo di persone che si sono iscritte su Rousseau perché fedeli al Movimento. Un punto di non facile soluzione per il quale non è così remota la possibilità che la questione si risolva per vie legali.

Ma non è questa l‘unica tematica che Conte deve affrontare e risolvere. Negli ultimi giorni sempre più onorevoli stanno pressando i vertici sull’eventualità di superare definitivamente il tetto dei due mandati. “Nel momento in cui ripensiamo il Movimento – dicono non pochi – potremmo rivedere anche questa regola”. Una regola, però, ‘benedetta’ da Beppe Grillo, cosa per cui è impossibile immaginare ripensamenti. La soluzione? Sebbene poco se ne parli, allo studio c’è l’idea di una deroga. Ora tutto sta a capire, nel caso in cui si dovesse intraprendere questa strada, a chi sarà riservata.

Leggi anche: Di Battista picchia duro sul M5S. Via al Sum#05 per Casaleggio. L’ex deputato: due mandati per tutti i parlamentari. E chiede fedeltà ai principi e al progetto delle origini.