Conte punge ancora: “No all’elemosina di Draghi”

Il leader del M5S, Giuseppe Conte, che per sua stessa ammissione non transige su valori e principi, torna a graffiare.

Giuseppe Conte, il leader del M5S che per sua stessa ammissione non transige su valori e principi, torna a graffiare. E ancora una volta boccia il Governo Draghi che con il suo ultimo decreto Aiuti offre una miseria a lavoratori e pensionati. Offrire 6-7 euro al mese in più ai lavoratori a basso reddito – dice Conte – non è proprio la “risposta pronta ai problemi che si presentano” di cui ha parlato Mario Draghi con riferimento alla sua “agenda”.

Giuseppe Conte ancora una volta boccia il Governo Draghi che con il suo ultimo decreto Aiuti offre una miseria a lavoratori e pensionati

D’altro canto, fa notare l’ex premier, il ministero dell’Economia non è ancora riuscito a incassare la sacrosanta tassa sugli extraprofitti dei colossi energetici: all’appello mancano 9 miliardi che sarebbero utilissimi a famiglie e imprese. In Parlamento, promette, faremo tutto il possibile per migliorare le cose.

“Questi interventi – ha commentato il leader M5S, Giuseppe Conte – sono necessari ma del tutto insufficienti. Noi le risposte pronte, vere e forti, le abbiamo indicate al Governo Draghi. L’ultima volta con i nostri 9 punti, respinti però al mittente. Il mittente, tuttavia, non si chiama né Giuseppe Conte né M5S. Sono gli italiani che non ce la fanno più”.

E attacca pure la scelta sull’insegnante esperto. Il Governo Draghi ha deciso che l’1% degli insegnanti, dopo un percorso di formazione, fra 10 anni potrà essere definito ‘esperto’ e ricevere un assegno di 5.650 euro. “Mentre tutti gli altri rimarranno ancorati al loro destino, fra stipendi inadeguati e precarietà”, commenta Conte.

“Da una parte – spiega – abbiamo la destra che al Governo ha distrutto il mondo della scuola, dall’altra il campo largo di Letta e Calenda che accoglie la Gelmini, che ha tagliato 8 miliardi all’istruzione e alla ricerca. Dalla parte giusta ci siamo noi, che al Governo abbiamo potenziato la scuola con 80mila assunzioni, realizzando il più grande investimento degli ultimi 30 anni nel campo dell’istruzione: oltre 10 miliardi”.

Intanto si muove la macchina organizzativa del Movimento cinque stelle

Carta d’identità, curriculum vitae, certificato penale del casellario giudiziale e certificato dei carichi pendenti. Sono i documenti che gli iscritti del M5s devono caricare sul sito per autocandidarsi alle parlamentarie, che si dovrebbero svolgere martedì 16 agosto. È il rito della democrazia partecipativa, cavallo di battaglia dei 5S Questa volta la piattaforma è SkyVote ma, soprattutto, è “fatta salva la facoltà del Presidente di indicare modalità e i criteri per la formazione delle liste”. Secondo l’interpretazione diffusa nel M5s, Conte indicherà i capilista.

Una novità contestata da Lorenzo Borré, il legale dei ricorsi contro il M5s: “Leggendo e rileggendo lo statuto non trovo la previsione del potere del Presidente del Partito pentastellato di scegliere i capilista. Il Comitato di Garanzia e il Garante prendano posizione netta e pubblica sul punto”.

Come da copione arriva – scontata e puntuta – la replica di Roberta Lombardi alle critiche mosse da Virginia Raggi al fu campo largo. L’ex sindaca di Roma ha invitato i suoi compagni a rompere col Pd anche nei territori, a partire dalla Regione Lazio. Parole che hanno evidentemente colpito e affondato il bersaglio.

“Le liste si fanno alla luce del sole e devono essere aperte a tutti. Il MoVimento non può diventare un tram per portare in Parlamento gli ‘amici degli amici’”, ha detto pure la Raggi. “Se alla fine del mandato i cittadini ti mandano a casa, senza nemmeno farti arrivare al ballottaggio – replica l’assessore M5s in Regione Lazio -, allora è il caso di farsi una domanda. Non di lanciare proclami dal pulpito, tra l’altro con una doppia morale sulle candidature e sul processo partecipativo dal basso dopo aver riempito in buona parte le liste dei municipi con dei propri ‘nominati”’.

Fra i big in aria di candidatura ci sono Chiara Appendino, Stefano Patuanelli, i vicepresidenti Michele Gubitosa, Riccardo Ricciardi, Mario Turco e Alessandra Todde, i capigruppo Mariolina Castellone e Francesco Silvestri. In attesa che Alessandro Di Battista sciolga la riserva si dà per certo un posto in lista per Rocco Casalino.