Contro il nucleare si rialza il muro di Berlino. La Germania si oppone all’atomo nella tassonomia. Difesa l’eredità lasciata dalla Merkel

La Germania voterà contro il regolamento europeo che classifica nucleare e gas come attività sostenibili.

Contro il nucleare si rialza il muro di Berlino. La Germania si oppone all’atomo nella tassonomia. Difesa l’eredità lasciata dalla Merkel

La Germania voterà contro il regolamento europeo che classifica nucleare e gas come attività sostenibili. Era stata la Francia a sondare le intenzioni dei paesi membri dell’Ue sul controverso atto legislativo proposto dalla Commissione europea e a stretto giro è arrivata la risposta del portavoce del ministero dell’Ambiente del governo di Berlino, che sottolinea la contrarietà all’inclusione dell’energia dell’atomo nella tassonomia verde.

La Germania voterà contro il regolamento europeo che classifica nucleare e gas come attività sostenibili

Un segnale politico importante che chiarisce che l’energia nucleare non è sostenibile e quindi non dovrebbe far parte della tassonomia. La presa di posizione della Germania complica l’approvazione del regolamento. Gli Stati e il Parlamento europeo hanno ora tempo fino a luglio.

L’inclusione da parte della Commissione europea di gas e nucleare nella tassonomia verde ha provocato divisioni fin dalla sua presentazione. Il socialista olandese Frans Timmermans (vicepresidente della Commissione con delega al Green Deal) non si era nemmeno presentato alla conferenza di presentazione dell’atto delegato lo scorso febbraio insieme a Johannes Hahn (Austria), Nicolas Schmit (Lussemburgo), Margrethe Vestager (Danimarca), Virginijus Sinkevičius (Lituania), Elisa Ferreira (Portogallo) e Josep Borell (Spagna).

La commissaria Ue per la stabilità finanziaria, i servizi finanziari e l’unione dei mercati dei capitali Mairead McGuinnes aveva provato a difendere il regolamento definendolo “forse imperfetto” sottolineando che “la tassonomia è a sé stante, è uno strumento che i mercati finanziari possono utilizzare o meno a loro piacimento” e che la politica energetica sarebbe rimasta nelle mani dei singoli Stati.

Con l’inizio del 2022 la Germania ha chiuso tre delle sue ultime sei centrali nucleari in servizio, segnando un nuovo passo nell’abbandono di questa fonte di energia. Le ultime tre cesseranno le operazioni in un anno, completando il processo di uscita dall’energia nucleare. A chiudere sono state le centrali di Brokdorf (Schleswig-Holstein), Grohnde (Bassa Sassonia) e Gundremmingen (Baviera).

In funzione da 36 anni la centrale di Grondhe produceva quasi 410 miliardi di kilowatt/ora, più di qualsiasi altra al mondo. Gli ultimi tre impianti in funzione si trovano in Baviera, Baden-Wuerttemberg e Bassa Sassonia. La decisione, eredità di Angela Merkel, fu presa dopo il disastro nucleare di Fukushima nel 2011 in Giappone

Alla chiusura delle centrali seguirà un processo molto più lungo di smantellamento che richiederà, come nel caso della centrale di Brokdorf, anni (si prevede che la procedura si concluda nel 2040). “È vero che all’inizio della transizione energetica in Germania abbiamo discusso soprattutto di energia nucleare. Ma parallelamente al phase-out nucleare, abbiamo creato nel 2000 la legge sulle energie rinnovabili. Con questa legge volevamo evitare che il phase-out nucleare portasse ad un aumento della produzione di energia fossile e ad un impatto sul clima”, ha spiegato a Clean Energy Wire, Rainer Baake, capo della Climate Neutrality Foundation, ex segretario di Stato del ministero dell’Energia e fra gli architetti della prima legislazione tedesca sull’uscita dal nucleare.

Du quella prima legge sulle energie rinnovabili (la Eeeg) con la sua innovativa idea di dare incentivi in conto esercizio invece che in conto capitale (solo per la produzione energetica e non per la costruzione degli impianti) a innescare una sensibile crescita delle rinnovabili.

I prezzi di fotovoltaico e eolico sono poi calati drasticamente consentendo alla quota di rinnovabili di crescere dal 6% nei consumi di energia elettrica tedesca nel 2000 al 46% nel 2020. Strada seguita anche da altri Paesi europei. La decisione di ieri della Germania rientra in un punto di vista che non è solo climatico (di emissioni di CO2) ma anche in termini di sicurezza e di gestione complessiva, riferisce il portavoce del Governo di Berlino.

Nel mondo ogni 38 ore le rinnovabili hanno aumentato l’offerta e rimosso carbonio tanto quanto il nucleare ha fatto in tutto l’anno. All’inizio di dicembre, il punteggio per il 2021 è di -3 GW per il nucleare, +290 GW per le rinnovabili. Game over”, ha scritto in un editoriale su Bloomberg Law il fisico Amory B. Lovins, professore aggiunto di ingegneria civile e ambientale alla Stanford University. Ora la situazione dell’atto delegato in Ue (contro cui hanno votato i commissari di Austria, Portogallo e Spagna) si fa complicata.