Coronavirus, l’Italia rafforza i controlli sanitari negli aeroporti e nei porti. Nessun nuovo caso di contagio segnalato. Termoscanner operativi a Fiumicino, Malpensa e a Cagliari

“Abbiamo avviato i controlli in tutti gli aeroporti in Italia, sono 24mila le persone verificate a Fiumicino con i termo scanner. Ad oggi non sono arrivate segnalazioni di casi sospetti”. E’ quanto ha detto, nel corso di una conferenza stampa, il commissario per l’emergenza Coronavirus e capo del Dipartimento della Protezione Civile, Angelo Borrelli. “Da oggi – ha aggiunto – il personale sanitario impiegato nei controlli sanitari agli aeroporti italiani è composto da 628 persone, affiancate dai volontari. Noi abbiamo già attivato il ministero della Salute per intensificare i controlli nei porti, poi ci saranno ulteriori disposizioni per le navi da crociera. I nostri connazionali rientreranno dalla Cina attraverso voli indiretti”.

“Sui controlli in aeroporto – ha spiegato ancora Borrelli – c’è stato un grande sforzo da parte degli uffici della sanità di frontiera, da parte delle nostre organizzazioni di volontariato attivate in brevissimo tempo. Abbiamo creato un bacino di 110 medici e 330 tecnici sanitari. A questi si affiancano i volontari delle associazioni, questo risultato richiesto dal presidente del Consiglio e dal ministro della Salute è stato possibile grazie alla collaborazione dei volontari della Croce Rossa, delle Regioni e della Protezione Civile”.

Al momento i termoscanner sono operativi a Fiumicino, Malpensa e Cagliari. Negli altri scali si utilizzano i termometri a pistola. “Non ci sono stati disservizi, la macchina si sta rodando”, ha spiegato ancora il capo della Protezione civile. Quanto ai 5 milioni di euro assegnati dal Consiglio dei ministri, per Borrelli “è un primo stanziamento. Se ci sarà bisogno di ulteriori fondi proporrò un’assegnazione di risorse”. Il Commissario ha nominato anche un Comitato tecnico-scientifico, che sarà coordinato da Agostino Miozzo del Dipartimento della Protezione civile, e di cui faranno parte esperti del ministero della Salute, dello Spallanzani, dell’Istituto superiore della Sanità e della Conferenza delle Regioni.

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