Coronavirus, Rezza (Iss): “Per evitare un secondo lockdown dobbiamo mantenere comportanti responsabili e agire tempestivamente nel contenere i focolai”

“Mi sono dichiarato favorevole a una riapertura su scala nazionale con adattamenti regionali perché è molto difficile decidere da parte del governo centrale se riaprire e in quale regione. Ci sono regioni che hanno più casi e altre che ne hanno di meno, ma hanno minore reattività. E’ importante però che tutte le regioni si adeguino. Nella fase 2 il monitoraggio deve essere 10 volte più attento per evitare un nuovo lockdown. E’ necessario un monitoraggio stretto e una capacità di intervento”. E’ quanto ha detto questa mattina il direttore del Dipartimento malattie Infettive dell’Istituto Superiore di Sanità, Giovanni Rezza.

“Spero non sia un esodo biblico – ha detto Rezza parlando della possibilità di spostarsi da una regione all’altra -, ma semplicemente dei rientri dovuti. I governatori del Sud mi sembrano molto attenti a mettere queste persone in isolamento domiciliare. Spero anche che queste persone siano responsabili, che non vogliano mettere a rischio i propri familiari. Per evitare un secondo lockdown, che sarebbe un disastro per il Paese, dobbiamo mantenere comportanti responsabili e agire tempestivamente nel contenere i focolai sul territorio. Convivere col virus significa anche continuare a combatterlo”.

A proposito della possibilità che il Covid-19 sia nato in un laboratorio cinese, ipotesi sostenuta dal segretario di Stato Ue Mike Pompeo, Rezza ha detto che non ci sono prove ribadendo che il virus “è molto simile a un coronavirus dei pipistrelli per cui pensiamo che l’ipotesi più accreditata sia quella di un salto di specie”. “Se un giorno porteranno delle prove – ha aggiunto – verranno valutate. Per ora, al di là delle indiscrezioni, non c’è un’evidenza scientifica su cui basarsi”.

L’aumento dei posti letto nelle terapie intensive, per il direttore del Dipartimento malattie infettive dell’Iss era “un atto dovuto, ma il fatto di averne di più ora non significa che dobbiamo riempirle. La Germania che ne ha molti più di noi, ma fa in modo che le persone non ci arrivino. Per farlo serve un grande lavoro sul territorio, ovvero individuare casi, rintracciare contatti, testarli anche da asintomatici”. Rispetto alla diversità regionali nelle riaperture: “Un provvedimento nazionale serve” ma “adattamenti a livelli regionali di un provvedimento nazionale sono la cosa più giusta” e ci sono “sempre stati in questo paese”.

“Se ci sono colleghi stimati che hanno dono della preveggenza – ha detto ancora Rezza -, benissimo. Se morirà a giugno faremo una grande festa. Anche io vorrei che scomparisse ma non credo questo sogno possa realizzarsi molto presto. Dobbiamo quindi raddoppiare, triplicare gli sforzi per arginarne la diffusione. Se da una parte c’è bisogno di riaprire il Paese, vediamo anche che questo virus sta ancora circolando. I cittadini, quindi, devono aver comportamenti responsabili: distanziamento, lavaggio delle mani, mascherine in luoghi pubblici. Dall’altra parte la sanita’ pubblica deve esser pronta a intercettare a livello territoriale un possibile ritorno in campo del virus”.