Corruzione, Merloni (Anac): “La funzione pubblica in vendita per molto poco, a volte anche per soli 50 euro. In cambio di un’informazione riservata è stato persino offerto un abbacchio”

“Emerge che il fenomeno corruttivo è piuttosto polverizzato e multiforme, e coinvolge quasi tutte le aree territoriali del Paese. Il valore della tangente è di frequente molto basso e assume sempre di più forme diverse dalla classica dazione di denaro, come l’assunzione di amici e parenti. Desta particolare allarme il fatto che la funzione pubblica sia venduta per molto poco, 2.000 o 3.000 euro, a volte anche per soli 50 o 100 euro”. E’ quanto ha detto il presidente dell’Anac, Francesco Merloni, presentando la Relazione annuale dell’Autorità nazionale anticorruzione.

“Tra le contropartite più singolari (riscontrate nel 21% dei casi esaminati) – ha aggiunto il numero uno dell’Anac -, figurano ristrutturazioni edilizie, riparazioni, trasporto mobili, pasti, pernottamenti e buoni benzina. Pensate che in un caso segnalato quest’anno, in cambio di un’informazione riservata è stato persino offerto un abbacchio”.

“Il trend – ha aggiunto Merloni – è in continuo aumento. Nel 2019 sono stati comunicati 633 provvedimenti, contro i 573 del 2018, il 10% in più, e dal 2015 siamo a circa 2.600. Il dato è molto preoccupante perché le organizzazioni criminali ricorrono sempre più spesso a sistemi corruttivi per raggiungere i loro scopi, approfittando anche delle situazioni emergenziali come quella in corso, con effetti devastanti sul sistema economico e sulle imprese sane, già pesantemente colpite dalla crisi”.

“Vi sono state indubbiamente delle difficoltà – ha detto ancora il presidente dell’Anac – a investire sulla prevenzione. Si tratta di attività (e non certo le uniche) per lo più svolte a ‘costo zero’, senza formazione o nuove assunzioni per i noti vincoli di spesa cui è sottoposta la pubblica amministrazione, che inducono molti a giudicare la normativa anticorruzione come un inutile aggravio. L’Autorità ritiene questo giudizio estremamente pericoloso perché diffonde l’idea che la prevenzione è solo adempimento formale”.

“Abbassare la guardia – avverte Merloni – e alimentare la percezione generale che il problema della corruzione non sia poi così rilevante soprattutto in un periodo di emergenza come quello che stiamo vivendo, sarebbe un grave errore e un arretramento rispetto agli importanti passi avanti compiuti”.