Corruzione sui fondi per il terremoto a Mantova del 2012, blitz dei carabinieri contro la ‘ndrangheta: eseguiti 10 arresti

All’alba, i carabinieri hanno arresto 10 persone per corruzione sui fondi erogati per la ricostruzione dopo il terremoto a Mantova del 2012.

Corruzione sui fondi per il terremoto a Mantova del 2012, blitz dei carabinieri contro la ‘ndrangheta: eseguiti 10 arresti

Scoperto un giro di corruzione sui fondi erogati per la ricostruzione di Mantova dopo il terremoto del 2012. Nel corso dell’inchiesta, ribattezzata “operazione Sisma”, i carabinieri hanno eseguito dieci ordinanze cautelari: i soggetti arrestati sono tutti affiliati alla ‘ndrangheta.

Corruzione sui fondi per il terremoto a Mantova del 2012

La longa manus della ‘ndrangheta è arrivata anche ai fonti stanziati per riparare ai danni causati dal terremoto che, nel 2012, ha colpito Mantova. A chiusura dell’inchiesta coordinata dalla Dda di Brescia, i carabinieri del Comando provinciale di Mantova hanno eseguito all’alba di martedì 10 gennaio un’ordinanza di custodia cautelare a carico di 10 persone indagate a vario titolo per corruzione, concussione e intestazione fittizia di società, con l’aggravante delle finalità mafiose. Le azioni criminali compiute, infatti, hanno avuto come obiettivo quello di agevolare la cosca ‘ndranghetistaDragone. Dei soggetti arrestati, la metà si trova in carcere mentre l’altra metà è ai domiciliari.

L’operazione Sisma ha coinvolto svariate Regione: le indagini, infatti, si sono articolate tra Lombardia, Veneto, Emilia-Romagna e Calabria. I reati, invece, pare siano stati commessi in relazione alle procedure che hanno regolato la concessione di “fondi sisma” erogati per ricostruire gli immobili danneggiati dal terremoto.

I militari dell’arma hanno effettuato numerose perquisizioni in abitazioni e studi tecnici di professionisti coinvolti nell’indagine e dislocati in varie parti d’Italia.

Blitz dei carabinieri contro la ‘ndrangheta: eseguiti 10 arresti

L’operazione Sisma è figlia di una precedente indagine, chiamata “Pesci”, con la quale i carabinieri di Mantova e la Dda di Brescia erano riusciti a decifrare gli interessi della cosca Grande Aracri attiva nell’area mantovana-reggiana. L’inchiesta si è chiusa con numerosi arresti e condanne.

Con gli episodi di corruzione legati ai fondi del terremoto di Mantova, tuttavia, sono emersi anche gli interessi della cosca Dragone, imparentata con la cosca Grande Aracri. Al centro dell’inchiesta, ci sarebbe il nipote di uno storico boss cutrese, pubblico ufficiale con la carica di tecnico istruttore presso i comuni annoverati nel cosiddetto “cratere sismico” della provincia di Mantova ossia Poggio Rusco, Borgo Mantovano, Magnacavallo, Sermide e Felonica. L’uomo svolgeva compiti istruttori, di rendicontazione, di verifica e di autorizzazione ai pagamenti dei contributi a fondo perduto stanziati da Regione Lombardia per gli immobili danneggiati dal terremoto del 2012.

Secondo le ricostruzioni dei carabinieri, le diverse figure professionali coinvolte nel giro di corruzione avrebbero concordato con il soggetto “un collaudato schema criminoso, consistente nella corresponsione di indebite somme (in genere pari a circa il 3% del contributo elargito), per garantirsi la trattazione della propria pratica in violazione dell’ordine cronologico e con aumenti – talora indebiti- dell’importo del contributo pubblico a fondo perduto (in un caso attestatosi a 950.000,00 anziché 595.000,00 come originariamente stabilito)”.

È stato specificato, inoltre, che il contributo pubblico veniva elargito a chi ne faceva richiesta solo a patto che i lavorifossero affidati alle società del tecnico istruttore e di suo padre.

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