Costa Concordia, un inchino lungo 20 mesi. La nave torna in piedi. Attimo per attimo l’impresa del Giglio

di Monica Tagliapietra

Si rialza dopo l’inchino. A quasi due anni dal terribile incidente che ha causato la morte di 32 persone la Costa Concordia si appresta a lasciare il Giglio. Una task force di oltre 500 uomini ha lavorato per riportare il relitto in assetto verticale. L’operazione per raddrizzare la nave, detta parbuckling, è iniziata ieri mattina alle 9 con circa 3 ore di ritardo rispetto al previsto per il temporale che nella notte si è abbattuto sull’ isola. Dopo 7 ore e mezzo dall’inizio dei lavori, il gigante del mare ha ruotato di circa 10 gradi e il relitto è stato completamente staccato dalle rocce su cui si era appoggiato affondando. Superando quella che per gli esperti era la fase più incerta.Per la rotazione la nave è stata imbragata con 36 cavi di acciaio con un tiro iniziale di 60 tonnellate. Per riportare in piedi lo scafo i cavi sono stati tirati di circa 21 metri, 3 metri e mezzo per ogni ora in modo da effettuare un’azione costante ma non pericolosa per la struttura della nave.

I controlli 
Ogni movimento è stato monitorato con le apparecchiature e per mezzo di telecamere subacquee. Per ruotare la Concordia i tecnici hanno posizionato sei piattaforme marine, di cui le tre maggiori misurano 15 metri per cinque, sorrette da 21 pali di oltre un metro e mezzo di diametro, fissati alla roccia ad una profondità di 9 metri, che assieme ai sacchi di una speciale malta cementizia, saranno il nuovo letto della nave. E per tirare lo scafo da due lati sono stati utilizzati martinetti idraulici collegati a catene di acciaio. La parte emersa (circa 4 metri) si distingue nettamente da quella che era già fuori perché è arrugginita. Una conferma – ha spiegato il capo della Protezione civile, Franco Gabrielli – che l’operazione andava fatta il prima possibile. Si tratta di una prima assoluta: mai infatti al mondo è stato messo in atto un simile tentativo. Nel tardo pomeriggio, poi, le operazioni si sono interrotte per poco meno di un’ora e si è reso necessario l’intervento dei tecnici per far scorrere quattro cavi non più in tensione. Ma tutto è andato come previsto.

Prelievi di acqua
L’Agenzia regionale di Protezione Ambientale Arpat toscana ha effettuato, da terra, prelievi di acqua ogni ora per controllare eventuali forme di inquinamento dovute al
recupero. A seguito delle operazioni di raddrizzamento della nave, infatti, avrebbero potuto verificarsi delle fuoriuscite di materiali inquinanti come detergenti, saponi, combustibile e oli. Intanto Francesco Schettino, il comandante della Concordia, è chiuso nella sua casa a Meta di Sorrento (Napoli). Studia le carte del processo con i suoi avvocati e non risponde nè al telefono né agli amici. «Non parla neppure con me», ha riferito Carlo Sassi, ex sindaco della cittadina della Penisola sorrentina e suo portavoce e strenuo difensore al momento del disastro. Mentre il comandante Gregorio De Falco, che la notte del 13 gennaio 2012 coordinava i soccorsi dalla capitaneria di porto di Livorno e che nelle fasi più concitate fu protagonista anche di perentori contatti telefonici, ha seguito l’operazione dalla centrale operativa della Capitaneria di Porto di Livorno.

I risarcimenti
Intanto per il ministro dell’Ambiente, Andrea Orlando ci sono tutte le condizioni perché ci sia una richiesta di danni per il disastro della Costa Concordia. Il ministro ha precisato che l’impatto ambientale si vedrà solo quando il relitto sarà rimosso. Il ministero farà tutti i passi necessari perché questa quantificazione sia completa e integri un’analisi di ciò che è avvenuto nei fondali.

Ripresa delle ricerche 
La rotazione della nave doveva concludersi già ieri sera. Invece i lavori sono terminati questa notte alle 4. Riprendono adesso le ricerche dei corpi di cui non si è avuta più traccia dalle 21,42 di quel tragico venerdì, quando la nave da crociera speronò gli scogli delle Scole, passando a circa 518 metri dalla costa e riportando l’apertura di una falla di circa 70 metri sul lato sinistro dello scafo.