Cottarelli, altro che dimissioni ecco i tagli

dalla Redazione

Chi si attendeva che il commissario ieri arrivasse a Palazzo Chigi per rassegnare formalmente le sue dimissioni è rimasto deluso. Per ora, quindi, il commissario scelto da Enrico Letta resta in carica e il suo rientro al Fmi resta perlomeno rinviato. Cottarelli ha messo sul tavolo del premier non le sue dimissioni ma una corposa lista di risparmi che poi dovranno essere individuati dai singoli dicasteri. Ma quello tenutasi  a Palazzo Chigi è stato anche il primo atto di una settimana cruciale, in chiave di economia e riforme, per il Governo Renzi. Una settimana che dovrebbe prevedere anche dei passi avanti sul Jobs Act, attualmente fermo in Commissione Lavoro a Palazzo Madama e con la querelle tra Pd e Ncd sull’art.18 ancora lontana da una soluzione definitiva.
Domani Renzi vedrà tutti i ministri, valutando, assieme a loro, le proposte portate a Palazzo Chigi per i tagli. Obiettivo 20 miliardi in 3 anni.
I capitoli e le strategie di intervento erano già stati in parte definiti, quando all’avvio della spending Cottarelli ha verificato, con i singoli ministeri i possibili interventi. Si parte dalla presidenza del Consiglio per la quale è prevista tra l’altro la razionalizzazione di dipartimenti e dirigenti e si passerà poi alle misure destinate al ministero della Difesa e di quello dell’Interno animato, quest’ultimo, dalla recente mobilitazione delle forze di Polizia. Cottarelli ha fin dall’inizio parlato della necessità di coordinare Polizia di Stato, Carabinieri e Guardia di Finanza e forestali. O per gli Esteri si potrà riparlare di razionalizzazione della rete diplomatica e consolare. Nessuno escluso dunque, ciascuno dei ministeri dovrà mostrarsi disposto a presentare un proprio piano dettagliato di taglio delle spese. C’e’ poi il capitolo privatizzazioni. Il governo conta di mettere in campo tutte le forze per realizzare la dismissione di quote di Eni ed Enel.