Covid, per l’Oms la nuova variante “Pirola” potrebbe riservare sorprese

Ma al momento i casi d'infezione legati alla diffusione della nuova variante del virus Covid-19 "Pirola" sono ancora pochi.

Covid, per l’Oms la nuova variante “Pirola” potrebbe riservare sorprese

Il Covid rialza la testa. A tenere alta l’attenzione sulla diffusione della malattia causata dal Coronavirus è l’Organizzazione Mondiale della Sanità. Dall’ultimo monitoraggio, segnala l’Oms, nel periodo compreso tra il 17 luglio e il 13 agosto, nelle sei regioni OMS, sono stati registrati oltre 1,4 milioni di nuovi casi e oltre 2.300 decessi. Una diffusione medio-bassa, anche se questi numeri restano indicativi, vista l’enorme mole di dati sommersi relativa ai casi non denunciati.

In un mese nelle sei regioni Oms sono stati registrati oltre 1,4 milioni di nuovi contagi Covid e più di 2.300 decessi

E a preoccupare è la nuova variante Covid BA.2.86, soprannominata “Pirola”, con un numero significativo di 40 mutazioni che – a parere del direttore dell’Unità di statistica molecolare e di Epidemiologia del Campus Bio-Medico di Roma, Massimo Ciccozzi e del direttore del Dipartimento scienze mediche dell’Università di Sassari, Fabio Scarpa – potrebbero aiutare il virus a eludere la risposta immunitaria, anche se di queste mutazioni, spiegano i due esperti in un articolo pubblicato sul Journal of medical virology, solo due da monitorare perché “potrebbero renderla più diffusibile”.

Secondo quanto scrive il Washington Post, le nuove mutazioni della proteina Spike, quella che aggancia – infettandole – le cellule umane, metterebbero in crisi gli anticorpi che, quindi, non riescono più a riconoscere il virus e a respingerne gli attacchi. I sintomi della nuova variante “Pirola” sono gli stessi causati dalla variante “Omicron”, cioè in gran parte non molto gravi ma potenzialmente pericolosi per i più fragili.

Ma al momento i casi d’infezione legati alla nuova variante del virus Covid “Pirola” sono ancora pochi

Al momento i casi d’infezione di questa nuova variante sono ancora pochi ma le autorità sanitarie, viste le sue caratteristiche, consigliano attenzione, raccomandando di non abbandonare le cautele relative a distanziamento sociale e utilizzo delle mascherine, soprattutto nei luoghi affollati e, naturalmente, a non rinunciare a vaccini e richiami.

In un’intervista alla BBC il virologo Anthony Fauci, ex responsabile del governo Usa per l’emergenza covid durante la prima ondata nel 2020 e ora in pensione, ha detto che non ci sarà lo tsunami che abbiamo visto in passato; il 96% della popolazione ha, comunque, una buona copertura immunitaria. Fauci ha, però, esortato le persone a fare il richiamo aggiornato del vaccino che sarà rilasciato a settembre.

In Italia, secondo l’Istituto superiore di Sanità la circolazione del virus – almeno stando ai dati ufficiali, senza contare il sommerso – al momento resta medio-bassa, con tassi di ospedalizzazione e mortalità che aumentano con l’età, in particolare nella fascia di 90 anni e oltre.

Bassetti: “Se ne devono fare una ragione. Oggi il virus non è più un problema per la popolazione generale”

“Credo che in questo finale estivo ci sia davvero poco da scrivere sui giornali, altrimenti non si spiega tutto l’interesse di presunti esperti infettivologi e divulgatori scientifici al #COVID19 e alle sue #varianti” scrive sul suo profilo Twitter il direttore della clinica Malattie Infettive del Policlinico San Martino di Genova, Matteo Bassetti.

“Se ne devono fare una ragione – aggiunge l’esperto -: oggi il Covid non è più un problema per la popolazione generale, ma rimane tale, solo per una nicchia di persone: ultrafragili e grandi anziani, soprattutto se non hanno fatto i richiami vaccinali nel 2022 e nella prima parte del 2023. Non è un mio pensiero, ma sono i numeri che parlano: tanti tamponi fatti (sempre troppi), parecchi contagiati, pochissimi casi impegnativi, quasi nessuno in ospedale”.

“Si continua a fare troppo terrorismo e cattiva informazione”

E le varianti? “Anche qui – aggiunge Bassetti – si continua a fare troppo terrorismo e cattiva informazione. Siamo arrivati a #PIROLA ovvero in sigla BA2.86, che ha circa 30 differenze di amino-acidi nella proteina Spike, mentre il resto è molto simile alle altri sub-varianti di Omicron. Tradotto? I vaccini (anche quello monovalente che dovranno fare anziani e fragili in autunno) e gli antivirali funzionano e i quadri clinici non sono più impegnativi. Nonostante tutto questo…il Covid si prende ancora la prima pagina…fortunatamente solo di alcuni giornali…”.

 

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