Il Covid rallenta la corsa. Solo quattro regioni in rosso. Campania, Valle d’Aosta e Puglia ultime della classe. Triplo downgrade per la Sardegna che saluta il bianco

Le regioni Campania, Valle d’Aosta e Puglia sono ultime della classe. Triplo downgrade per la Sardegna che saluta il bianco e torna in rosso.

Il Covid rallenta la corsa. Solo quattro regioni in rosso. Campania, Valle d’Aosta e Puglia ultime della classe. Triplo downgrade per la Sardegna che saluta il bianco

Un’Italia prevalentemente arancione. E’ quanto stabilito dall’ordinanza del ministro della Salute, Roberto Speranza, che entrerà in vigore da lunedì prossimo. A rimanere rosse saranno solo quattro regioni: Campania, Valle d’Aosta, Puglia, ed incredibilmente anche la Sardegna, che per settimane è stata la più virtuosa. Passano invece in zona arancione l’Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Piemonte, Toscana, Calabria e la Lombardia – quest’ultima maglia nera nei contagi da settimane – che si vanno ad aggiungere alle già arancioni Abruzzo, Basilicata, Lazio, Liguria, Marche, Molise, Sicilia, Umbria e Veneto, oltre alle province autonome di Bolzano e Trento.

“I dati settimanali confermano un progressivo miglioramento in Piemonte. Il valore Rt è sceso a 0,9. Si riduce il numero di nuovi casi segnalati e anche il numero di focolai attivi o nuovi”, ha annunciato il governatore Alberto Cirio. Mentre il presidente della Lombardia, Attilio Fontana, dopo un mese in zona rossa aveva già annunciato “di avere i numeri necessari per il passaggio in arancione”, quello dell’Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, sostiene che “i numeri sono confortanti in queste ultime settimane. Oggi l’indice Rt in regione è attorno allo 0,80. Vuol dire che chiusure e restrizioni stanno contando, come sempre sono le uniche che funzionano”.

Tra le regioni che sono già in fascia arancione da una settimana – Abruzzo, Basilicata, Lazio, Liguria, Marche, Molise, Provincia autonoma di Bolzano, Provincia autonoma di Trento, Sardegna, Sicilia, Veneto – alcune hanno dati addirittura da fascia gialla, ma il decreto appena entrato in vigore prevede restrizioni fino al 30 aprile. Resta però il pressing dei governatori del centrodestra, della Lega e soprattutto delle associazioni di categoria potrebbe aprire qualche spiraglio e portare a una rivalutazione già dopo il 20 aprile. In questo caso si dovrà comunque tenere conto del numero di persone che sono state vaccinate e le Regioni che – pur avendo le scorte – dimostreranno di non essere in regola con il piano, non potranno beneficiare delle eventuali riaperture.

TREND IN CALO. Una penalizzazione che potrebbe non riguardare l’Umbria, forse anche il Molise, che dopo mesi di restrizioni e zone rosse ha le carte in regola per la fascia bianca, anche se non in tempi brevissimi. “Mantenendo queste condizioni, dal punto di vista di un modello predittivo a 15 giorni – spiega Marco Cristofori, del Nucleo epidemiologico regionale – si prevede la discesa dell’incidenza intorno ai 50 casi per 100 mila abitanti, che sarebbe il limite del governo per le zone bianche. Siamo nettamente sotto l’1, con l’indice Rt all’8 aprile che è sceso a 0,71”.

L’attività che spera nella ripartenza è quella dei ristoratori ma con condizioni molto stringenti. L’ipotesi che dovrebbe essere sottoposta agli esperti del Comitato tecnico scientifico dopo il 20 aprile è quella di consentire l’apertura a pranzo ma con un orario ridotto che potrebbe terminare alle 15 o alle 16. In questo modo si eviterebbe l’ora dell’aperitivo e la possibilità di assembramenti fuori dai locali. Si pensa anche di rinnovare l’esenzione dalla tassa per chi ha spazi all’aperto.

Da questa ipotesi, però, potrebbero essere esclusi, almeno nella prima fase, i bar. Possibile la ripresa, anche in questo caso con regole stringenti, per cinema e teatri, musei e mostre. I protocolli sono già stati predisposti e il via libera del Comitato tecnico scientifico (Cts) è arrivato a fine febbraio, quando era stato previsto il via libera per il 27 marzo. Poi la situazione si è aggravata e tutto è stato rinviato. Ora si torna a sperare. Dunque cominciano a vedersi e consolidarsi gli effetti delle restrizioni introdotte nel mese scorso per frenare la corsa dei contagi.

SIAMO AL PLATEAU? Questa settimana, stando al consueto monitoraggio dell’Istituto superiore di sanità, l’indice Rt nazionale è sceso ancora, passando dallo 0,98 allo 0,92. Si tratta del terzo calo consecutivo. Si abbassa anche l’incidenza dei casi ogni 100mila abitanti che arriva a 185 dai 232 di 7 giorni fa. “Il quadro dell’Ue è con Paesi, anche ai nostri confini, che cominciano ad avere aree in rosso scuro, dove l’incidenza cresce, mentre l’Italia si sta schiarendo rispetto alle settimane scorse. La curva epidemiologica in Italia ha infatti raggiunto il plateau”, afferma il presidente dell’Istituto superiore di sanità (Iss), Silvio Brusaferro.

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