Covid-19 accelera. Quasi 8mila i contagi. In ventiquattrore segnalati 1.598 casi in più. Crescono i guariti, ma anche le vittime. Per l’Oms siamo a un passo dalla pandemia

“Questa è la nostra ora più buia. Ma ce la faremo”. Bastano le parole del premier Giuseppe Conte, affidate ai social, citando quelle pronunciate da Winston Churchill nelle ore più difficili della Seconda Guerra mondiale, per capire quale picco abbia raggiunto l’emergenza Coronavirus nel nostro Paese. Quasi 8mila contagi (qui la mappa in diretta), con un incremento, segnalato questa sera dal capo della Protezione civile Angelo Borrelli, di 1.598 casi rispetto a domenica. Un numero che, sommando chi è già fuori pericolo e chi, invece, non ce l’ha fatta, porta a quasi 10mila le persone contagiate in Italia. Crescono, vivaddio, anche i pazienti guariti: 724, ben 102 in più rispetto all’ultimo censimento. Le vittime, invece, sono 463 (ben 97 in più), ma su questo dato l’ultima parola spetterà all’Istituto superiore di Sanità che dovrà accertare il nesso tra la morte e l’infezione da Covid-19.

Aumentano, di pari passo, anche i malati ricoverati nelle terapie intensive, 733 (+83), e di questi 440 sono in Lombardia, che ha avuto un incremento, in un solo giorno, di 41 casi. Sono 4.316 i malati con sintomi ricoverati e 2.936 quelli in isolamento domiciliare. E continua a essere la Lombardia l’epicentro dell’epidemia, con 4.490 casi, seguita dall’Emilia-Romagna (1.286) e dal Veneto (694). Le autorità sanitarie e gli esperti parlano di un contenimento ancora lontano e di una possibile crescita significativa dei contagi, su tutto il territorio nazionale e in linea con il trend attuale, tale da richiedere un potenziamento delle strutture sanitarie e misure più stringenti anche nelle regioni del Centro-Sud, finora prive di zone rosse. Oltre, come ha deciso in serata il Governo, alla proroga, fino al 3 aprile, della chiusura di scuole e atenei, alla sospensione di tutte le manifestazioni sportive e ad altre restrizione, come il divieto di assembramenti all’aperto e in locali aperti al pubblico. Una tendenza globale che ha spinto il direttore generale dell’Oms, Tedros Adhanom Ghebreyesus, ad affermare che “la minaccia di una pandemia è diventata molto reale”, precisando, però, che le autorità sanitarie mondiali non sono “in balia di questo virus”.

E proprio sul fronte delle strutture sanitarie, ieri il direttore dello Spallanzani di Roma, Francesco Vaia, ha confermato che l’Istituto si sta “organizzando e stiamo lavorando per sostenere un eventuale picco epidemico” aggiungendo, però, che i numeri “inducono ancora a un cauto ottimismo”. I posti in terapia intensiva, nel caso dello Spallanzani, da oggi aumenteranno di 5 unità e tra 15 giorni di 10, fino ad arrivare a 34 in più. Nella Capitale, inoltre, è in corso l’allestimento del secondo centro Covid-19, cioè dedicato ai soli malati di Coronavirus, che sarà ospitato al Columbus Hospital. “Regioni come il Lazio e Roma sono particolarmente a rischio. Nei prossimi giorni la Capitale sarà sicuramente interessata” ha confermato anche il membro italiano dell’Oms e consulente del ministero della Salute, Walter Ricciardi.

Anche in Lombardia, ha fatto sapere l’assessore al Welfare, Giulio Gallera, aumentano i posti letto nelle terapie intensive, sono 223 in più quelli già disponibili che si aggiungono ai 176 collocati nei presidi monospecialistici e ai 724 degli altri ospedali. Altri 150 saranno disponibili dalle prossime settimane. E sempre in Lombardia, la Regione sta valutando di adibire un padiglione della Fiera di Milano, a Rho, per ospitare nuovi posti di terapia intensiva. Già operativo il trasferimento dei malati tra strutture ospedaliere: una ventina di pazienti, non contagiati, sono stati spostati dalla Lombardia verso Toscana e Piemonte per liberare altri posti. Borrelli ha confermato che sono in consegna 325 ventilatori respiratori, per le terapie intensive e subintensive, oltre un milione di mascherine.