Creare

di Gaetano Pedullà

Se ogni promessa della politica avesse creato un posto di lavoro oggi saremmo l’America. Leggi astruse e burocrazia, amministratori corrotti o senza coraggio, dipendenti inamovibili, Tar che bloccano ogni appalto e troppe tasse: così la disoccupazione è diventata l’incubo degli italiani. Smettiamola di prenderci in giro: fare impresa in queste condizioni è impossibile. Naturale dunque che il lavoro non ci sia.
Sull’Italia però non incombe una maledizione o la beffa del destino. Rimettere in moto l’economia dipende solo da noi. Delegificare, liberalizzare il mercato del lavoro (fregandosene delle solite minacce dei signori Camusso, Bonanni e Angeletti, che tanto loro sulle spalle dei lavoratori ci campano da una vita) e soprattutto abbattere dra-sti-ca-men-te le imposte che levano i soldi in tasca ai dipendenti. Se non vogliamo ritrovarci il mese prossimo a piangere perché da un record negativo si passa a un altro, non c’è altro da fare. E non c’è tempo da perdere. Renzi ieri ha annunciato che torneremo presto a un tasso di disoccupazione a una sola cifra. Se scardinerà i vincoli che scoraggiano un’impresa ad assumere, e soprattutto riuscirà a mettere in circolo più denaro per far ripartire i consumi, allora una speranza c’è. Diversamente l’impegno di ieri allungherà l’elenco delle promesse tradite. Le Borse stanno volando. Un po’ perchè c’è chi crede davvero alle riforme che porteranno la ripresa. Un po’ perchè c’è chi sta comprando a due soldi il meglio del made in Italy. Ripartiamo subito o domani sarà troppo tardi.