Crosetto vuole armarsi fino ai denti e torna a parlare di riservisti

Il ministro della Difesa, Crosetto: "I militari dovranno specializzarsi sempre di più, ma poi serve un bacino più ampio".

Crosetto vuole armarsi fino ai denti e torna a parlare di riservisti

“Abbiamo trasformato le forze armate con l’idea che non ci fosse più bisogno di difendere il nostro territorio e che la pace fosse una conquista di fatto irreversibile. Le forze armate, in questo quadro, al massimo partecipano a missioni di pace, senza arrivare a scontri veri e propri. Ora i recinti sono stati abbattuti, non ci sono più regole”. È quanto ha detto a La Stampa il ministro della Difesa, Guido Crosetto, in merito alla sua proposta sui riservisti.

Crosetto: “I militari dovranno specializzarsi sempre di più, ma poi serve un bacino più ampio”

“Non servono per fare la guerra – ha detto il ministro della Difesa -, ma per difendersi, in supporto alle forze armate regolari, e solo nel caso, poco probabile, di un attacco diretto. Non c’è una visione ideologica, ma pragmatica. Come in Svizzera che non partecipa a conflitti da secoli ma è pronta a difendersi”. Crosetto si riferisce a “volontari che, in caso di necessità, possono essere attivati per affiancare le forze armate. I militari dovranno specializzarsi sempre di più, ma poi serve un bacino più ampio”.

In merito alla missione nel Mar Rosso, Crosetto conferma che “l’Italia manderà una nave che si aggiunge alle altre già presenti in zona per le altre missioni”. “Per andare più rapidi abbiamo trovato un accordo con Francia e Germania. Poi, però, per dei puri dettagli, si perdono settimane e ora non ce lo possiamo permettere”, sottolinea l’esponente dell’Esecutivo, per il quale “quella del governo spagnolo è una diffidenza ideologica. Sànchez ha fatto prevalere l’interesse dei suoi accordi politici su quelli della sicurezza internazionale”.

“C’è una guerra commerciale in atto che vuole alterare le regole globali”

“C’è una guerra commerciale in atto che vuole alterare le regole globali – spiega il ministro ancora il ministro delle Difesa -. Le navi russe e cinesi non vengono attaccate e la cosa viene annunciata apertamente. Questo crea un disallineamento commerciale, perché le loro merci hanno costi di trasporto e di assicurazioni inferiori, cosa che si riflette sui prezzi. E’ una guerra che si innesca su un’altra guerra”.

Magi: “Una sorta di Strurmtruppen meloniana”

“C’era un tempo in cui la destra all’opposizione proponeva la mini naja, oggi che è al governo lancia direttamente i mini-Rambo: Guido Crosetto cala la maschera e rilancia l’esercito dei riservisti volontari pronti ad imbracciare il fucile. Una sorta di Strurmtruppen meloniana, addestrata non si sa da chi, composta non si sa da chi, secondo criteri ignoti che sono solo nella mente di Crosetto” commenta su X il segretario di Più Europa, Riccardo Magi. “Ma davvero – aggiunge Magi – il ministro pensa che questa sia la soluzione? Noi siamo per gli Stati Uniti d’Europa e un unico sistema di difesa e sicurezza: un’Europa unita, federale e coordinata che abbia una sola voce in ambito militare. L’esatto opposto di quello che in tutti questi anni hanno perseguito i partiti di destra in Europa, compresa FdI che addirittura professava l’uscita dall’euro. Ai riservisti volontari di Crosetto diciamo no”.

La replica del ministro: “Magi è ormai preda di un raptus antimeloniano”

“Sono colpito dalla superficialità con cui l’on Magi, ormai preda di un raptus antimeloniano, affronti temi seri come quello che ho posto sulla riserva. Una riserva ausiliaria alle Forze Armate che non serve per fare la guerra ma per difendersi in caso di situazioni e crisi eccezionali” la replica di Crosetto. “La cosa però più grave è che l’on Magi non sappia che non si tratta di una mia idea estemporanea – aggiunge il ministro – ma di una delega che il Governo ha ricevuto dal Parlamento con l’articolo 9 della legge n. 119 dell’agosto del 2022 , delega rinnovata dalla legge n. 201 del 28 novembre 2023 per ulteriori 24 mesi. Mi tocca pertanto informarlo che, una volta approvato dal Consiglio dei Ministri, il decreto legislativo sarà esaminato dal Consiglio di Stato e, successivamente, dalle commissioni permanenti che potranno esprimere il loro parere nel pieno rispetto delle prerogative del Parlamento. Spiace constatare l’assoluta incapacità di alcune persone a collaborare sui temi che non hanno colore politico ma che rivestono grande importanza per lo Stato, la difesa del suo territorio e dei suoi cittadini”.

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