Carnivori contro vegani. Il fanatismo nuoce alla libertà. Il caso di Cruciani. Rischia il linciaggio da parte degli animalisti per una sua provocazione

Carnivori contro vegani. Il fanatismo nuoce alla libertà. Il caso di Cruciani. Rischia il linciaggio da parte degli animalisti per una sua provocazione

Nell’Italia divorata dalle fazioni ci mancava pure quella tra carnivori, vegetariani e vegani. Ma è mai possibile che in questo cavolo di Paese ci si debba sempre dividere in modo astioso? Come se ancora fossimo ai tempi dei guelfi e dei ghibellini. Ps: ho usato la parola cavolo per non scrivere una parolaccia, non perché sia a favore dei vegetariani. Se posti una foto su Facebook mentre mangi un piatto di verdure, apriti cielo! Ti arrivano subito dei commenti nei quali ti chiedono: sei vegetariano o vegano? Ma saranno pure cavoli (ci risiamo!) miei quello che sono. Ormai però tornare indietro non si può. La disputa ha preso il sopravvento. Uno che affetta e mangia del salame viene considerato un razzista. È come se dicesse sporco negro. Figurati se commetti il sacrilegio di agitare il salame come fosse un’arma. O una sacra reliquia.

LA PROVOCAZIONE
Giuseppe Cruciani è un provocatore. Ormai lo sappiamo tutti. Siamo abituati alle sue uscite: dagli scherzi telefonici, alla vendita della verginità anale, al sesso con le sessantenni. Vive, secondo il suo credo e se ne “sbatte”. Adora andare controcorrente. E come i giornalisti più bravi fa del controcanto (anche paradossale) una battaglia personale. Con i vegani però se l’è vista brutta. È vero che l’esagerazione ti porta a strafare (la foto del coniglio morto poteva risparmiarsela), tuttavia ha difeso a denti stretti la sua indipendenza di consumatore. Peggio di lui hanno fatto gli animalisti, che hanno pensato bene di aggredire il conduttore de La Zanzara facendo un blitz a Radio24.

Il fatto ha scatenato le reazioni sui social. Luca Telese parla di un gruppo di integralisti esaltati dagli atteggiamenti squadristici. Altri big di tv e media sostengono che Cruciani sia un coniglio per non essersi prestato fisicamente a fare la cavia alla rappresaglia. Gianluigi Nuzzi scrive su Twitter: “contro @giucruciani molti roditori e rosiconi dell’informazione”.

Luca Bizzarri, a cui Facebook in seguito alle segnalazioni ha perfino censurato una fotografia con un salame, sceglie l’hashtag #liberosalameinliberostato. Eleonoire Casalegno e Francesca Barra sostengono la tesi che non si possano difendere gli animali aggredendo e augurando la morte a un essere umano. Giorgio Montanini sottolinea che “Si colpisce il potere, non il singolo”. Andrea Scanzi invece c’è andato giù pesante: ha dato del codardo a Cruciani per non aver affrontato gli animalisti e i nazivegani.
E’ mai possibile che stiamo cancellando tutte le nostre tradizioni? Ma perché dobbiamo nascondere i crocifissi, abolire le minigonne, non mangiare più carne e salame? Perché dobbiamo inchinarci alle dittature? Anche a tavola? Abbiamo fatto tanto per conquistare quella libertà che ora ci vogliono togliere. Perché la libertà si perde anche con un segmento alla volta. Chi vuole mangiare le verdure mangi verdure, chi il salame mangi il salame. Grazie al cielo si può scegliere. Pensiamo ad altri problemi ben più gravi. E le aziende che torturano gli animali al macello siano chiuse. A vantaggio di quelle che li trattano con rispetto. Rispetto. Già. Bella parola. L’abbiamo sostituita con stupidità.