Cyber spionaggio sui potenti di mezza Italia. Si allunga l’ombra degli americani: la Occhionero e quelle visite all’ambasciata Usa

Spunta una manina a stelle e strisce dietro il maxi spionaggio informatico di 18.327 potenti d’Italia

C’è un’ombra lunga dietro la maxispiata che ha messo nel mirino politici, imprenditori e pezzi grossi d’Italia. Ed è un’ombra a stelle e strisce. Gli ambienti dell’ambasciata americana a Roma sono superabbottonati in queste ore. Ma qualcosa filtra lo stesso. Per esempio il fatto che Francesca Maria Occhionero, arrestata ieri insieme al fratello Giulio, spesso e volentieri è stata vista frequentare gli uffici dell’ambasciata Usa del quartiere Sallustiano della Capitale. C’è chi ricorda di averla notata più volte. Del resto i fratelli Occhionero sono stati per anni dei veri e propri habitué della zona. La società che secondo gli inquirenti è a loro riconducibile, la Westlands Securities, in Italia ha avuto una storia a dir poco intermittente. Costituita per la prima volta nel 2001, sotto forma di srl, aveva sede a due passi da villa Borghese. Dopodiché venne definitivamente cancellata dal registro delle imprese il 10 febbraio del 2009. Ma nel luglio del 2008 era già rinata sotto forma di spa e con lo stesso nome.

Il nuovo corso – La sede stavolta venne fissata a via Piemonte, a due passi dall’ambasciata Usa. Qui si arriva quasi ai giorni nostri, perché la Westlands Securities, dopo essere stata ritrasformata in srl il 6 dicembre del 2013, riviene cancellata dal registro delle imprese l’11 marzo del 2015. Ancora oggi a via Piemonte ricordano i due animatori della società, i fratelli Occhionero, e svelano che l’inchiesta già aveva messo in fibrillazione i due nel 2014. E poi le strane coincidenze. Nella fase uno della società, quella che appunto va dal 2001 al 2009, l’azionista di maggioranza è l’inglese Westland Securities, mentre il “gestore” è il cittadino maltese John Galea, che all’epoca viene qualificato come legale rappresentante di un’altra società britannica, la Carlton Directors Ltd. Quest’ultima, sede nelle isole caraibiche di Turks and Caicos (Uk), secondo quanto emerge dagli archivi della Camera di commercio era indicata come “amministratore” della Westland Securities. Musica simile nel 2008, quando la società rinasce inizialmente come Spa. In questo caso azionisti, con una quota del 49% ciascuno, sono sempre la Westland Securities Ltd e un’altra società britannica, la Owl Investments Ltd. Anche in questa fase due il gestore è il maltese John Galea, che però stavolta viene qualificato come legale rappresentante della Pombal Services Ltd, sede a Londra, che assume la veste di nuova società amministratrice della Westland Securities. Il tutto fino alla cancellazione delle attività italiane nel 2015.

Il panorama – Insomma, un groviglio di personaggi e società tra l’Inghilterra, Malta e i Caraibi, che certo non costituisce un manifesto di semplicità della costruzione societaria. Gli oggetti sociali, negli anni, sono sempre rimasti vaghi: dalla consulenza finanziaria per start up a quella organizzativa e gestionale. Ma soprattutto tornano i rapporti con l’ambasciata Usa. Dalle poche tracce lasciate on line dai fratelli Occhionero viene fuori che nel 2004 la Westland Securities aveva pianificato “la realizzazione di un nuovo terminal per i container nel porto di Taranto”. Il progetto, si legge ancora, “era seguito molto da vicino dall’ambasciata americana a Roma” e “Westland aveva siglato un accordo di finanziamento con la banche Bear Stearns e Royal Bank of Scotland”. Non solo, perché dal 2001 al 2003 la società avrebbe svolto anche una consulenza finanziaria per Mps. Ce n’è abbastanza per tenere in vita l’attenzione sulla vicenda. Con la variabile Stati Uniti che non potrà essere trascurata.

Twitter: @SSansonetti