Da Bruxelles solo il primo passo. Manca ancora vera solidarietà. L’eurodeputata Evi (M5S): “Dall’Eurotower parole improvvide. Chiederemo il Corpo medico europeo in Nord Italia”

Dopo settimane di silenzio, polemiche e stallo, la Commissione europea ha battuto un colpo e lo ha battuto forte, andando nella direzione sperata e cercata dal governo italiano: in futuro ogni spesa necessaria in risposta alla pandemia potrebbe essere esclusa dal patto di stabilità. Ma c’è ancora tanto da fare: “Quella della Commissione europea è solo una prima risposta e ancora piuttosto lontana da quel modello di Europa solidale che vorremmo vedere”, spiega chiaramente l’eurodeputata M5S Eleonora Evi, da sempre attenta alle questioni economiche comunitarie.

Perché siamo ancora lontani?
Non c’è nessuna immediata sospensione del Patto di Stabilità ma il via libera a usare appieno la flessibilità consentita e le clausole esistenti. Serve maggiore coraggio in un momento di emergenza come questo. Bene comunque l’allentamento delle norme sugli aiuti di Stato, un provvedimento importante perché così il governo italiano potrà aiutare tutte le aziende più duramente colpite dal blocco economico. Tardivo ma apprezzabile l’impegno sul fronte del maggiore coordinamento in risposta all’egoismo di alcuni Stati membri che avevano negato export alle mascherine.

Si doveva arrivare a questo punto, con migliaia di morti e decine di migliaia di contagi, prima che qualcuno prendesse un minimo di provvedimenti?
L’Italia ha agito fin da subito, con iniziali misure precauzionali come il blocco dei volo diretti, il controllo della temperatura e un numero significativo di tamponi, che ha aiutato a circoscrivere le aree focolaio per poi adottare misure di contenimento del contagio molto stringenti. Misure criticate e ritenute esagerate anche dagli altri Stati europei più interessati a proteggere le loro economie che la salute delle persone e che nei fatti hanno mostrato scarsa trasparenza nei controlli e ampia sottovalutazione del fenomeno. L’Europa deve certamente imparare una grande lezione dalla pandemia del coronavirus.

A proposito di sforzi ancora da fare, proprio su questo giornale il suo collega Piernicola Pedicini, aveva illustrato la ricetta M5S: tre punti di cui uno era relativo proprio al Patto di Stabilità. Gli altri riguardavano la Bce e l’assenza di un protocollo sanitario unico. Bisogna ripartire da qui?
Sì. La Bce deve sostenere, attraverso una adeguata politica monetaria, gli sforzi degli Stati membri e servono inoltre linee guida comuni di comportamento. Negli ultimi giorni, più che a una Unione abbiamo assistito a una Disunione, è mancata la solidarietà. Su questo presenteremo una interrogazione alla Commissione europea chiedendo di agevolare il dispiegamento in Lombardia e nelle regioni più colpite del Corpo medico europeo che consente di fornire una rapida assistenza medica a un’area colpita da un’emergenza sanitaria attraverso la mobilitazione di risorse e personale qualificato proveniente dagli Stati membri. Oggi nella mia regione abbiamo bisogno soprattutto di équipe di medici, operatori sanitari e attrezzature.

A proposito di Bce come giudica le dichiarazioni di due giorni fa di Christine Lagarde?
Dichiarazioni improvvide. Condivido molto il monito del Capo dello Stato, ma sembra che ci sia stato un dietrofront. La reazione dei mercati di oggi ne è la dimostrazione. Noi vigileremo e continueremo a difendere l’Italia e gli interessi dei cittadini.

Crede che questo passo indietro della Bce possa bastare?
In parte oggi la Bce ha le mani legate dal suo Statuto, noi proponiamo una moratoria delle attuali regole affinché Francoforte possa, in questa fase di emergenza, comportarsi come tutte le banche centrali del mondo concedendo liquidità direttamente agli Stati membri.

Lei è lombarda. E la Lombardia è senz’altro la regione più colpita da quest’epidemia, cosa si può fare per rilanciare l’economia del motore d’Italia una volta superata l’emergenza?
Le province lombarde, che rappresentano da sole il 12% del Pil italiano e il 2% del Pil dell’area euro, sono le più colpite di questa emergenza. Ora più che mai dobbiamo sostenere il nostro tessuto produttivo con ogni mezzo possibile. Ho chiesto alla Commissione europea in che modo il fondo investimento contro il Coronavirus potrà garantire un supporto immediato e sostanziale ai liberi professionisti, ai lavoratori autonomi e alle PMI lombarde. In una situazione di emergenza occorrono risposte eccezionali come per esempio il loro finanziamento a fondo perduto.