Dopo neanche 24 ore dalle dichiarazioni del presidente americano Donald Trump, secondo cui Vladimir Putin al telefono si dimostra “gentile” ma poi “spara solo cazzate” e “uccide troppe persone innocenti”, è arrivata la dura risposta dello zar, che ha lanciato il più grande bombardamento sull’Ucraina dall’inizio del conflitto. Secondo quanto riferito dall’aeronautica di Kiev, nell’ultimo raid le forze di Mosca hanno utilizzato 728 droni e 13 missili, tra cui sette Iskander e sei Kinzhal, prendendo di mira la città di Lutsk, nel nord-ovest dell’ex repubblica sovietica.
Un enorme attacco che, sempre secondo le autorità di Kiev, sarebbe stato sostanzialmente respinto grazie alle difese aeree, che sono riuscite a intercettare 718 “minacce aeree” russe. A dare conto di quanto accaduto è stato il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, secondo cui “questo attacco su larga scala della Russia contro le nostre città” dimostra, senza sé e senza ma, la ferrea volontà del Cremlino di proseguire la guerra “proprio nel momento in cui ci sono così tanti tentativi di raggiungere la pace, di cessare il fuoco”.
Una tregua che, prosegue il leader di Kiev, “la Russia continua a rifiutare” e che per questo richiede “azioni forti da parte degli alleati”, che, a suo dire, devono “imporre ulteriori sanzioni, anche dolorose come quelle contro il petrolio, che ha pompato denaro nella macchina bellica di Mosca per oltre tre anni di guerra”, così da costringere Putin “a pensare di porre fine alla guerra”.
Il caso dello stop all’invio di armi all’Ucraina diventa un caso interno all’amministrazione americana
Sanzioni che, dopo mesi di riluttanza, anche Trump sembra disposto a imporre, tanto da aver detto ai giornalisti che il tema è sul tavolo, con una decisione definitiva che verrà presa nelle prossime settimane. Ma non è tutto. Il tycoon, secondo quanto riferisce il Wall Street Journal, avrebbe anche fatto sapere che gli Stati Uniti stanno valutando la possibilità di inviare all’Ucraina almeno un altro sistema di difesa aerea Patriot, così da ridurre al minimo le vittime civili.
Del resto, proprio il tema della sospensione delle forniture militari di Washington a Kiev è diventato un caso interno all’amministrazione statunitense. A rivelarlo è la CNN, secondo cui il segretario alla Difesa Usa, Pete Hegseth, non avrebbe informato il presidente americano – né l’inviato speciale per l’Ucraina, Keith Kellogg, né il segretario di Stato, Marco Rubio – prima di autorizzare lo stop all’invio di armi a Kiev.
Una decisione che avrebbe fatto infuriare Trump, al punto che si susseguono voci di un forte scontro che lo stesso avrebbe avuto con Hegseth.
Lo scoop della Cnn: “Trump minacciò Putin e Xi Jinping”
Ma non è tutto. Sempre la CNN, con un ulteriore scoop, ha rivelato che “Donald Trump, durante un incontro privato con i donatori nel 2024, ha affermato di aver cercato di dissuadere il presidente russo Vladimir Putin dall’attaccare l’Ucraina minacciando di bombardare Mosca a tappeto per rappresaglia”. Che non si tratti di mere indiscrezioni lo dimostrerebbe l’esistenza di un audio, citato dall’emittente televisiva statunitense, in cui si sentirebbe Trump affermare: “Se vai in Ucraina, bombarderò Mosca a tappeto. Ti dico che non ho altra scelta. Ma poi lui mi rispose di non credermi”.
Sempre nello stesso audio si sentirebbe il presidente americano affermare di “aver trasmesso un avvertimento simile anche al presidente cinese Xi Jinping” in merito a una possibile invasione di Taiwan, dicendogli che gli Stati Uniti “avrebbero risposto bombardando Pechino” in caso di guerra.
Uno scoop a cui ha risposto il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, sostenendo che Mosca non sa “se si tratta di una fake news o no”, dicendosi di fatto scettico, in quanto “a quel tempo non c’è stata alcuna conversazione telefonica” fra Trump e Putin. Tra l’altro, conclude Peskov, “da quello che capisco stiamo parlando di un periodo in cui Trump non era ancora il presidente degli Stati Uniti. Perciò vi consiglio di rivolgere le vostre domande alla Casa Bianca” per sapere se la notizia sia vera o meno.