“Da Salvini parole becere, sul ddl Stupro in scena una vendetta contro Meloni”: parla Maiorino (M5S)

Sul caso del ddl stupro parla la senatrice M5S, Alessandra Maiorino: "Da Salvini parole becere, una vendetta su Meloni".

“Da Salvini parole becere, sul ddl Stupro in scena una vendetta contro Meloni”: parla Maiorino (M5S)

Alessandra Maiorino, senatrice e vice capogruppo al Senato per il M5S e coordinatrice del comitato per le politiche di genere e diritti civili, come giudica la battuta d’arresto del ddl stupro da parte della maggioranza al Senato?
“Su questo argomento vanno considerati due distinti fattori: da un lato le parole becere di Salvini, che parla di “possibili vendette”. L’unica vera vendetta l’ha voluta realizzare lui contro Giorgia Meloni, all’indomani del risultato in Veneto. Ha deciso di far pesare la sua forza politica, ormai tornata ad essere solo regionale, e lo ha fatto sulla pelle delle donne. Un comportamento che condanniamo senza appello. Dall’altro lato va però considerata la necessità espressa dal Senato di poter esaminare un testo che è davvero rivoluzionario. Non possiamo correre il rischio che le battaglie delle donne vengano strumentalizzate: le leggi che ci tutelano, ci tutelano meglio se buone leggi, solide e comprese anche dall’opinione pubblica. In questo ci impegneremo moltissimo. La modifica del 609bis, quello sullo stupro, è d’altra parte una necessità emersa da confronto con le nostre iscritte nella prima edizione di UNITE, abbiamo quindi anche le nostre proposte a riguardo e siamo convinte che sia un passo assolutamente necessario”.

Intanto sui muri del liceo romano Giulio Cesare compare la lista stupri. Non crede sia arrivato il tempo di introdurre l’educazione sessuologa-affettiva nelle scuole?
“Noi ci battiamo da sempre, da quando siamo nelle istituzioni, per introdurre l’educazione sessuo-affettiva nelle scuole. Ricordo come solo lo scorso anno parte dell’opposizione si era detta disponibile ad appoggiare il protocollo Valditara, una scatola vuota che non conteneva nulla di concreto e lasciava completamente fuori l’educazione sessuale. Sono stata l’unica ad oppormi, e le altre forze di opposizione hanno dovuto seguire. Da allora passi avanti sono stati fatti. Se si considera che questa destra alle sole parole “educazione sessuale” fino a pochi mesi fa insorgeva in coro gridando al “gender”, possiamo giustamente parlare di successo. Ora almeno ne parlano, sanno in cuor loro che non si può più affidare alla propaganda un tema così delicato, mentre vediamo che la violenza contro le donne è ormai percolata, come un’infezione, anche alle generazioni più giovani e gli autori di reati contro le donne sono sempre più giovani, così come le loro vittime. Abbiamo un dovere nei confronti dei nostri ragazzi e ragazze: mostrarci maturi, e fare quello che è necessario senza vili calcoli politici”.

Il ministro Salvini boccia la legge sul consenso sostenendo che “lascia troppo spazio a libera “interpretazione”, ma anche sul caso nazionale della “casa nel bosco” non esita a giudicare male l’operato della magistratura parlando di “sequestro dei minori”. Verrebbe da pensare che il vicepremier abbia un problema con la magistratura.
“In realtà è l’intera compagine di governo ad avere un problema con la magistratura. Hanno iniziato spuntando tutti gli strumenti a disposizione dei giudici per perseguire il crimine, soprattutto i reati tipicamente dei “colletti bianchi”: hanno abolito l’abuso d’ufficio, limitato senza alcuna ragione plausibile le intercettazioni, disposto l’avviso preventivo per l’arresto. Le cose gli sono decisamente sfuggite di mano, dato che in questo modo ora anche piccoli delinquenti di strada si danno alla fuga non appena raggiunti dall’avviso. Un corto circuito e un caos pazzeschi, dovuti solo alla volontà di vendetta verso la magistratura”.

Pensando alla giustizia, andiamo verso il referendum costituzionale della riforma approvata in quarta lettura al Senato e che prevede la separazione delle carriere. Ma se sono solo venti passaggi su novemila, da pm a giudici, c’era davvero necessità di questa legge?
“Appunto, è solo volontà di vendetta e punizione verso i giudici. I cittadini e il sistema giudiziario non ne trarranno alcun beneficio. D’altra parte, l’ineffabile ministro Nordio ha affermato che anche Licio Gelli aveva anche “idee giuste”, con questo chiarendo una volta per tutte che il piano che perseguono è quello delineato dal padre della loggia massonica P2, di cui non a caso Berlusconi, vero ispiratore di questa orrenda riforma, aveva la tessera n. 1816. I cittadini comprenderanno la vera natura e i veri obiettivi di questa riforma, e voteranno no al referendum. Anche perché sono ben consapevoli che così potranno mandare anche un segnale ad un governo che li ha impoveriti e che ci sta spingendo verso una guerra contro la Russia che nessuno vuole. Il referendum sarà il momento di dire tanti No, non solo a questa riforma insensata”.

In questi giorni si parla molto di Atreju e delle polemiche sul confronto tra i leader dell’opposizione e la presidente Meloni. Il leader del suo Movimento, Giuseppe Conte – che ha sempre partecipato (anche da presidente del Consiglio) alla kermesse di Fratelli d’Italia – si dichiara disponibile ancora una volta al confronto democratico. Come valuta in questa “partita a scacchi” – fatta di mosse e contromosse – il comportamento di Schlein e Meloni?
“Una considerazione preliminare è d’obbligo: rattrista questa politica che si parla sui social, ma ormai questa è la realtà in cui viviamo. Se guardiamo a cosa è diventata la pagina ufficiale della Casa Bianca, invasa di meme e video prodotti con intelligenza artificiale che mostrano un Trump con la corona, o vestito da Superman, o addirittura da Papa, c’è da rabbrividire e piangere. Difficile pensare di cambiarla, quindi. Detto questo, in tutta onestà penso sia stato un errore da parte della segretaria del Partito Democratico sottrarsi al confronto. In politica è sempre preferibile esserci piuttosto che non esserci, anche quando costa in termini personali. Nella scorsa edizione anche io sono andata ad Atreju a parlare di temi su cui siamo praticamente agli antipodi: quelli relativi alle famiglie, proprio con la ministra della Famiglia Roccella. È stata un’esperienza che mi ha arricchito, e il costo di qualche fischio è stato ricompensato dal fatto che dietro le quinte alcuni dei presenti sono venuti a farmi i complimenti. Qualche seme è stato gettato. Il presidente Conte non si è mai sottratto al confronto, come ha giustamente ricordato. Siamo orgogliose e orgogliosi che vada, e siamo sicure che rappresenterà al meglio le ragioni di quella parte di popolazione italiana – sempre più ampia – che non si rispecchia nelle politiche della destra e che la destra ha completamente tradito e abbandonato”.