Dalla fiducia al fatturato: tracollo di industria e imprese

Da istat a Confindustria, dal fatturato alla fiducia di consumatori e imprese: tutti gli indici economici per l'Italia sono negativi.

Dalla fiducia al fatturato: tracollo di industria e imprese

Scende la fiducia dei consumatori e delle imprese, crolla il fatturato dell’industria e dei servizi e tutti i segnali per l’economia italiana sono tutt’altro che confortanti. Pesa, di certo, il clima di incertezza con la guerra dei dazi avviata dagli Usa di Donald Trump. Ma non solo. Tra Istat e Confindustria il governo raccoglie solo segnali negativi.

Dalla fiducia al fatturato, a picco imprese e industrie

Partiamo dai dati Istat sul clima di fiducia dei consumatori e sull’indicatore composito delle imprese. Scendono entrambi: per i consumatori si passa da 95,0 a 92,7, per le imprese da 93,2 a 91,5. L’istituto di statistica sottolinea come l’indice di fiducia delle imprese sia in calo “per il terzo mese consecutivo, portandosi al livello più basso da marzo 2021”. Invece per i consumatori si registra “un generalizzato peggioramento delle opinioni” per il secondo mese consecutivo. Le imprese segnalano un peggioramento diffuso in tutti i settori, mentre sono “debolmente positivi” solamente gli ordini nella manifattura e il commercio al dettaglio.

La flessione è più marcata nei servizi che nell’industria: nei servizi di mercato si scende da 94,3 a 91,4 mentre l’indice del commercio al dettaglio passa da 103,8 a 101,8 e quello nelle costruzioni scende da 104,6 a 103,6. Per i servizi di mercato la discesa è influenzata soprattutto dal crollo nel settore del turismo. Sul fronte dei consumatori, a peggiorare è soprattutto il clima economico (da 93,2 a 89,6), ma sono in calo anche il clima personale, quello corrente e quello futuro (a 89,1).

A febbraio, poi, scende su base mensile l’indice del fatturato dell’industria: -0,4% in valore e -1,3% in volume. Su base tendenziale, il calo è dell’1,5% in valore e del 2,1% in volume: in questo caso la flessione è del 3,5% sul mercato interno ma con una crescita dello 0,4% su quello estero. Per i servizi la diminuzione congiunturale è dell’1,3% in valore e volume, mente tendenziale è dell’1,2% in valore e del 2,7% in volume. Un dato definito “pessimo” da Massimiliano Dona, presidente dell’Unione nazionale consumatori: dopo la pausa di gennaio che ha interrotto il calo di 21 mesi consecutivi, “riprende la caduta” che dimostra che la ripresa “era solo un miraggio”.

A questi dati se ne aggiunge un altro, l’indice della crescita in tempo reale Rtt del Centro studi di Confindustria: si registra un calo dell’1,1% a marzo, che “segue la forte flessione di febbraio”. E nel primo trimestre del 2025 la variazione del fatturato è del -2,6%, con una riduzione “molto negativa sia nell’industria che nei servizi”. E per concludere arriva anche l’avvertimento della Banca d’Italia: tra debito e crescita, anche i dazi non ci fanno dormire tranquilli.