Dalle dimissioni alla sfiducia, dalla reggenza alle elezioni anticipate. Per la Regione Liguria si aprono diversi scenari dopo gli arresti domiciliari inflitti al presidente Giovanni Toti. Cosa succederà ora?
Il primo nodo da sciogliere è quello delle dimissioni, tutt’altro che scontate. In attesa di una decisione in tal, senso, la reggenza viene affidata al vicepresidente Alessandro Piana, leghista. Per il momento Toti è “sospeso dalle funzioni”. Ma la reggenza, secondo lo statuto regionale, è temporanea. Quindi, cosa succederà?
Cosa succede in Liguria ora: dalla reggenza alla sfiducia
Andiamo con ordine. Se le dimissioni al momento non sono certe, va considerato che la maggioranza potrebbe spingere in tal senso. E soprattutto Fratelli d’Italia, primo azionista in Liguria, potrebbe chiedere a Toti di dimettersi.
Se questo non avvenisse, le opposizioni dovrebbero presentare una mozione di sfiducia e, in tal caso, non è da escludere che qualcuno nella maggioranza di centrodestra voti a favore. Se la mozione passasse, Toti verrebbe deposto.
Sia in questo caso che in quello di dimissioni vale la regole per cui se decade il presidente, allora decade tutto il Consiglio regionale. C’è poi un’altra ipotesi, ma più remota: l’articolo 126 della Costituzione prevede lo scioglimento di un Consiglio regionale da parte del presidente della Repubblica in caso di reati gravi.
Si torna al voto?
In caso di dimissioni o sfiducia, come detto, non ci sarebbe alcun commissariamento ma semplicemente un ritorno al voto. L’ipotesi delle elezioni anticipate è quella più probabile. Il termine naturale della consiliatura è fissato per il 2025, quindi non è neanche troppo lontano. Ma con le dimissioni le elezioni arriverebbero prima, probabilmente già in autunno, tra settembre e ottobre. Di certo è impossibile che in Liguria si vada al voto insieme alle europee di giugno, non essendoci i tempi tecnici necessari per convocare le elezioni.