Dalla sfiducia a Salvini al caso Santanchè. Lega e FdI ai ferri corti

Guerra sottobanco tra Salvini e Meloni. Ma in gioco c'è più della partita delle prossime elezioni europee.

Dalla sfiducia a Salvini al caso Santanchè. Lega e FdI ai ferri corti

Chi la vede e vive da vicino non usa mezze misure: quella in piedi tra Matteo Salvini e Giorgia Meloni sarebbe una vera e proria battaglia senza esclusione di colpi. Tutto ovviamente sottotraccia e nulla di esplicito e dichiarato. Ma nei palazzi corre voce di un clima tutt’altro che disteso tra i due “alleati” che volentieri non rinunciano a mettersi sgambetti e rendere la vita l’uno all’altra complicata in vista, soprattutto, delle elezioni europee. Ad avere principalmente il fiato sul collo, manco a dirlo, è Salvini.

Guerra sottobanco tra Salvini e Meloni. Ma in gioco c’è più della partita delle prossime elezioni europee

Non fosse altro che cresce giorno dopo giorno il fronte interno che volentieri vorrebbe cambiare la leadership all’interno del partito, cosa peraltro non vista male neanche dalla stessa Meloni. E invece la presidente del Consiglio? Anche per lei il momento non è dei più floridi: dopo la imprevista sconfitta in Sardegna, il rischio è che debacle possano replicarsi sia nelle prossime elezioni regionali che, soprattutto, alle prossime europee. E allora – questo è il ragionamento – il primo passo da assicurarsi è non perdere consenso all’interno della maggioranza stessa.

Ed ecco allora la guerra che si muove sulla linea Lega – Fratelli d’Italia. Il partito della Meloni, dicono i ben informati, ha fatto modo e maniera per spostare e rinviare il voto sulla mozione di sfiducia presentata dalle opposizioni contro il vicepremier e ministro dei Trasporti Matteo Salvini. Oggi è stata convocata la Capigruppo per il calendario ma è quasi certo che giovedì non ci sarà seduta (appunto il giorno in cui il voto sulla mozione era previsto inizialmente). Il centrodestra, inoltre, potrebbe appunto anche chiedere un rinvio più lungo, anche a maggio e in quel caso si dovranno fare i conti con i decreti in scadenza.

La domanda nasce spontanea: un aiuto della Meloni a Salvini? Niente affatto, mormora più di qualcuno. La ragione è presto detta: l’obiettivo – dicono diverse voci – è arrivare a ridosso delle elezioni europee con il voto sulla mozione di sfiducia che ovviamente non passerà mai. Tuttavia non sarà semplice per Salvini fronteggiare una campagna elettorale già di per sé certamente non facile con lo spauracchio di opposizioni che ne approfitteranno per scagliarsi contro il vicepremier e provare a rovinargli la campagna elettorale stessa. In altre parole, la Meloni sembra voler posticipare il voto sulla mozione di sfiducia consapevole del fatto che le opposizioni a quel punto faranno di tutto per mettere il “Capitano” in cattiva luce.

Meloni vorrebbe far votare la mozione contro il leghista a ridosso delle elezioni Ue

Ovviamente, però, anche il Carroccio ha pensato alla sua personalissima strategia. E risponde al nome di Daniela Santanché. Secondo quanto emerso già su alcuni quotidiani e confermato da alcuni rumors anche a La Notizia, il Carroccio vorrebbe e starebbe alimentando voci e posizioni secondo cui la stessa ministra del Turismo dinanzi a un rinvio a giudizio dovrebbe dimettersi. Cosa certamente non semplice, per vari motivi. Innanzitutto, secondo quanto emerso nei giorni scorsi, la stessa Santanché avrebbe ottenuto dalla Meloni la garanzia che anche di fronte a un rinvio a giudizio non ci sarà per lei alcuna richiesta di dimissioni. Insomma, la ministra potrà restare tranquillamente in sella al suo dipartimento.

D’altronde, almeno prima facie, anche il leghista Massimiliano Romeo ieri ha smentito qualsiasi voce secondo cui la Lega starebbe “giocando sporco” sulla affaire Visibilia. Tutto vero e tutto legittimo. Ma ancora una volta non si può non osservare che ovviamente la partita senza esclusione di colpi tra “alleati” si gioca lontano dalle dichiarazioni ufficiali. Sottobanco. Con l’obiettivo di cambiare gli equilibri di potere all’interno della maggioranza. Chi potrebbe allora approfittarne sono proprio le opposizioni. Se solo riuscissero a viaggiare (anche loro) tutti nella stessa direzione.