Dalla sostenibilità solo vantaggi. Chi accelera sulla decarbonizzazione crea più valore

Lo studio di Net Zero E-conomy 2050, con le 5 proposte sulla decarbonizzazione, dimostra che dalla sostenibilità si ottengono solo vantaggi.

Dalla sostenibilità solo vantaggi. Chi accelera sulla decarbonizzazione crea più valore

Dalla sostenibilità solo vantaggi: maggiori ritorni economici con meno risorse, più posti di lavoro grazie a investimenti più efficaci, un ambiente più salubre con relativi benefici per ecosistemi e persone. E il tutto in un contesto di progressiva indipendenza energetica. Non si tratta di un quadro astratto ma del nostro prossimo futuro, se accelerassimo l’attuazione di politiche che favoriscano il processo di transizione energetica e il fondamentale obiettivo di arrivare a emissioni zero nel 2050. È questa la fotografia scattata da “Net Zero E-conomy 2050”, lo studio – realizzato dalla Fondazione Enel e The European House – Ambrosetti in collaborazione con Enel – che, con dati puntuali e approfondimenti di scenario, dimostra che la via della progressiva e totale decarbonizzazione garantisce maggiori benefici ambientali, economici e sociali rispetto a quelli che si configurerebbero con provvedimenti ad ambizioni ridotte.

Dalla sostenibilità solo vantaggi

La contingenza geopolitica determinata dalla crisi russo-ucraina ha messo in mostra problematiche strutturali da tempo latenti in molti Paesi europei in tema di approvvigionamenti energetici; l’innalzamento dei prezzi delle materie prime, infatti, è stata la vistosa punta dell’iceberg di un dato di fatto, la vulnerabilità energetica dell’Europa causata dalla dipendenza da fornitori esterni, che è ben fotografata da un numero: 57%, cioè la percentuale di stock di energia importato dal Vecchio Continente, quota rimasta pressoché invariata nel ventennio 2000-2020.

L’Italia soffre particolarmente questa situazione di svantaggio, essendo il secondo Paese in Europa per dipendenza da gas naturale. Sebbene sia ormai evidente che l’unica strada percorribile per ovviare strutturalmente a questo stato dell’arte sia quella del ripensamento del sistema energetico, e della sua conversione in chiave di progressivo abbattimento delle emissioni attraverso la sempre più ampia diffusione di fonti rinnovabili e l’elettrificazione di usi e consumi, il percorso verso le zero emissioni (traguardo che l’Ue si è impegnata a tagliare nel 2050) è ancora troppo lento.

Il caso dell’Italia e della Spagna

La crescita delle emissioni climalteranti è purtroppo un fenomeno globale, se è vero che nel 2021 è stato toccato il record di 36,3 tonnellate di CO2, e in alcuni Paesi europei gli effetti nocivi che ne derivano si vedono in modo più evidente: a proposito di taglio di emissioni, ad esempio, le performance registrate da Italia e Spagna sono insufficienti sia nel breve che nel lungo periodo: nel 2050 il divario tra trend inerziale e obiettivi delle rispettive Strategie nazionali di lungo periodo è di circa 151,2 milioni di tonnellate CO2 in Italia e 136,9 milioni in Spagna.

Gli stessi due Paesi, al contempo, dimostrano che puntare su elettrificazione e rinnovabili può risolvere alla radice il problema delle emissioni e degli approvvigionamenti: negli ultimi 10 anni, infatti, la riduzione della dipendenza energetica in Italia e Spagna (-9,1 punti percentuali in entrambe) è stata accompagnata proprio da un aumento del tasso di elettrificazione (+1,5 p.p. in Italia e +3,3 p.p. in Spagna) e della diffusione delle energie rinnovabili (+2 p.p. in Italia e +4,7 p.p. in Spagna) nei consumi finali di energia.

Chi accelera sulla decarbonizzazione crea più valore

Proprio dall’analisi di contesto lo studio parte per descrivere i notevoli vantaggi che un’accelerazione verso l’obiettivo zero emissioni assicurerebbe rispetto a scenari meno ambiziosi. Mettendo Italia e Spagna sotto la lente d’ingrandimento, la ricerca mette in evidenza che l’adozione di convinte politiche di decarbonizzazione, volte ad implementare tutte le soluzioni disponibili per raggiungere l’obiettivo Net Zero al 2050, determinerebbe rilevanti benefici sotto tutti gli aspetti:

  • socioeconomici (per Italia e Spagna, rispettivamente, 328 e 223 miliardi di euro di maggiori ritorni economici rispetto a uno scenario controfattuale, e 2,6 milioni di posti di lavoro in luogo dei 2,1 dello scenario “Low Ambition”),
  • ambientali(risparmi fino a 614 miliardi di euro in Italia e 317 miliardi di euro in Spagna, rispetto ai 495 e 205 miliardi di euro “Low Ambition”, grazie alla riduzione di malattie e morti premature, miglioramento della produttività e contenimento dell’inquinamento)
  • e legati alla sicurezza energetica (nel periodo 2021-2050 i risparmi sulle spese per i combustibili fossili, nello scenario “Net Zero”, sarebbero pari a 1.914 miliardi di euro, contro 851 miliardi di euro nello scenario “Low Ambition” in Italia, e a 1.279 miliardi di euro in Spagna).

Uno sprint deciso sul doppio binario della riduzione del consumo di combustibili fossili accompagnata all’uso sempre più diffuso delle fonti di energia rinnovabili, come ha sottolineato il Ceo e General Manager di Enel Francesco Starace, farà percepire in maniera particolare i benefici dell’affrancamento della dipendenza da combustibili fossili proprio a quei Paesi che di tali risorse fanno oggi un uso eccessivo, oltre che spesso poco funzionale ed inefficiente.

Dalla sostenibilità solo vantaggi: le cinque proposte di Net Zero

Fornito un quadro di contesto e dei vantaggi della sostenibilità, lo studio Net Zero E-conomy aggiunge un tassello ulteriore, offrendo due prerequisiti e cinque proposte di policy atte a velocizzare il processo di transizione energetica. Il primo prerequisito è la necessità di politiche stabili e trasparenti, che sappiano armonizzare il triplice livello europeo/nazionale/locale; il secondo prerequisito è il potenziamento delle tecnologie green esistenti, lo sviluppo di nuove soluzioni verdi e l’eliminazione dei sussidi ai combustibili fossili.

Delle cinque proposte, la prima – trasversale a tutti settori economici – sostiene una maggiore cooperazione a livello europeo nella governance della transizione energetica; la seconda, relativa al settore elettrico, propone semplificazione delle autorizzazioni per gli impianti e diffusione di strutture di stoccaggio; la terza, dedicata alla decarbonizzazione dei trasporti, intende semplificare la realizzazione di infrastrutture di ricarica e promuovere l’interoperabilità; la quarta, inerente il settore industriale, punta sull’innovazione tecnologica per accelerare l’elettrificazione diretta e indiretta; la quinta, infine, verte sugli edifici, e sostiene l’eliminazione graduale delle caldaie a gas con pompe di calore, anche grazie a uno sportello per sostenere il rinnovamento degli edifici.