Dall’astensione all’impegno per le comunali, il ritorno dei giovani alla politica

Un’indagine diffusa ieri del Censis rivela che per la maggioranza degli italiani i politici delle grandi città devono essere seri e competenti, ma giovani.

Un’indagine diffusa ieri del Censis rivela che per la maggioranza degli italiani i politici delle grandi città devono essere seri e competenti, ma anche giovani. E se si guarda proprio in questa fascia di età, a sorpresa non si trovano solo disimpegno e rassegnazione. Sin dalla scuola sempre più ragazzi non guardano più la politica come una storia sporca e lontana, sull’onda di un distacco cresciuto negli ultimi anni a dismisura. E nell’esercito dei candidati in corsa per le prossime amministrative, in molti Comuni e nei municipi delle maggiori città, non sono pochi persino i giovanissimi.

Meno risorse, più fantasia
Cosa li spinge a metterci la faccia e, tutto sommato, a fare un’esperienza controcorrente rispetto a quell’astensionismo che resta comunque una moda per tutte le generazioni? “Troppe cose attorno a noi stanno degenerando per continuare a far finta di niente”, spiega Carlotta Galleni, candidata a 22 anni al XIV municipio di Roma con la Lista Marchini. “Dobbiamo smettere un po’ tutti di farci del male lavandoci le mani dei mille problemi delle nostre città – continua – e l’essere giovani, con le grandi opportunità di stare connessi, di avere informazioni, di fare rete come è normale nelle comunità scolastiche e universitarie può dare un contributo in più per uscire da molti guai”. Senza soldi, come si presentano i bilanci delle pubbliche amministrazioni, le soluzioni non sono facili. “Certo – non vuole cedere di un passo Carlotta – le risorse sono un problema. Ma proprio per questo io con il candidato Alessandro Selvitella che è in accoppiata con me, così come molti candidati anche di altre liste, puntiamo sull’entusiasmo e la fantasia. L’impegno è già un valore in più da usare per migliorare le nostre strade, gli spazi per la cultura, il decoro e i servizi”. Spesso però chi fa politica ruba. “Perché negarlo? Ma un giovane che si affaccia alla cosa pubblica – spiega – se può essere accusato di avere una visione ideale, di sicuro avrà poca voglia di rinunciare a questi valori.

Concretezza
I giovani però non amano i partiti. C’entra qualcosa con la scelta di affiancare il candidato tutto sommato più estraneo alle segreterie politiche? “La politica non è un disvalore – dice la candidata che non a caso studia la materia all’università – e deve essere sempre rispettabile chi si impegna con un preciso ideale. Con Alfio Marchini certo la sintonia di un giovane è molto facile, perché c’è poco da parlare di potere, di destra e sinistra, e si pensa solo alle cose concrete: una strada da asfaltare, un parco da pulire, cose nuove e produttive da offrire a tutti i cittadini. Il programma con cui stiamo incontrando centinaia di persone, in un’esperienza elettorale che dovrebbe essere un obbligo civico per tutti, soprattutto per chi non vota o critica a prescindere senza sporcarsi le mani, è composto da quattro punti cardinali: impegno, radici, cultura e coraggio”. Il coraggio anche di fare politica, seppure oggi ci vuole più coraggio a non farne e lasciare che le cose continuino ad andare come vanno.