Dalle case popolari alla sanità, la gestione lombarda è deludente

La Corte dei Conti lombarda bacchetta la Regione che agisce con i criteri di un piccolo comune, dalle case popolari alla sanità.

Dalle case popolari alla sanità, la gestione lombarda è deludente

La sezione lombarda della Corte dei Conti bacchetta la Regione nel suo giudizio di parifica, ma se interpellati sulle critiche della magistratura contabile, Fontana e i suoi assessori lanciano la palla in tribuna, rispondendo che l’agenzia di rating Moody’s ha assegnato ha assegnato alla Lombardia un rating superiore a quello dell’Italia: Baa2 nel primo caso, Baa3 nel secondo. Eppure le “sberle” assestate non riguardano aspetti di poco conto: si va dalla gestione delle case Aler, ai fondi del Pnrr per la sanità, alla sicurezza sul lavoro, all’innesto continuo di fondi sull’inutile autostrada Pedemontana, a compensi faraonici per i manager delle società partecipate.

“Confrontando le 12 regioni più sviluppate sulla base dei dati Igrue della Ragioneria Generale, Regione Lombardia si caratterizza per una bassa capacità di spesa”, rileva innanzitutto la Corte dei Conti, secondo la quale la Lombardia si comporta “più come un Comune qualsiasi che come una grande Regione che ha numeri da medio Stato europeo.

La relazione della sezione lombarda della Corte dei Conti

Si legge, infatti, nella relazione dei giudici contabili: “Sul bilancio assestato della Regione nel 2022 risultano 1,2 miliardi per il finanziamento di investimenti del Piano Nazionale di Ripresa e di Resilienza (2021-2026), da riferire per l’82% alla Missione 6 “Salute” e per l’11% alla Missione 5 “Inclusione e coesione” e solo il 6% alla Missione 2 “Rivoluzione verde e transizione ecologica”. Dei fondi in bilancio 2022 una quota pari all’85% risulta impegnata, principalmente su capitoli di spesa in conto capitale.

A fronte di impegni così elevati nell’esercizio 2022, la Sezione ha accertato una quota di pagamenti su impegni molto ridotta (3% su spesa in conto capitale e 12,5% su spesa corrente)”. Capitolo sicurezza sul lavoro. Nonostante la Lombardia sua la regione italiana con il maggior numero di vittime sul lavoro, con un incremento annuo delle denunce con esito mortale del 7,93%, Regione Lombardia – rileva la Corte dei Conti – non è in grado di assumere chi fa i controlli: con i pensionamenti si è passati dai 631 operatori del 2022 ai 621 del maggio 2023.

La risposta di Fontana? “Dispiace molto non riuscire ad assumere persone per effettuare i controlli per la sicurezza sul lavoro, però noi continuiamo a fare i concorsi ma purtroppo non si presenta nessuno. Bisogna aumentare i salari”.

Le scadenze saltate

Non verrà rispettato, dice ancora la Corte, il cronoprogramma per gli Ospedali di Comunità. “Secondo quando testualmente riferito da Regione Lombardia, risulta che le Case di Comunità fino ad oggi attivate, anche in via transitoria, sono tutte all’interno di strutture già esistenti opportunamente adattate per l’attivazione progressiva delle funzionalità secondo le finalità previste dal DM 77/2022”, si legge nel documento, che specifica: “Trattasi di strutture preesistenti e non già di nuova realizzazione. L’obiettivo prioritario per Regione era di realizzare il 40% delle strutture entro il 2022, dal riscontro emerge che, mentre il numero di Case di Comunità “attivate” conseguirebbe il suddetto obiettivo, lo stesso non si può dire per gli Ospedali di Comunità. Per questi ultimi, la Regione ha riferito l’avvenuta “attivazione” di 15 strutture, mentre l’obiettivo che l’Amministrazione si prefiggeva era di almeno 24”.

La Corte sostiene anche che la Regione abbia pagato troppo i manager di tutte le società partecipate da Regione Lombardia, superando il limite di legge. La candida risposta dell’assessore al bilancio Marco Alparone al Corriere della Sera: “Se lo abbiamo fatto chiederemo i soldi indietro”.