Dalle destre l’ultimo sfregio al salario minimo

Un emendamento della maggioranza cancella la proposta sul salario minimo sostenuta da (quasi) tutte le opposizioni.

Dalle destre l’ultimo sfregio al salario minimo

L’ultimo appello per introdurre un salario minimo era arrivato dal governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco. Ma le destre, sorde a qualsiasi richiamo di buon senso, portano in Parlamento il loro no a una legge che dica stop a buste paga da fame. I gruppi di maggioranza depositano in commissione Lavoro alla Camera un emendamento soppressivo al testo messo a punto da tutte le opposizioni, ad eccezione di Iv, che prevede l’introduzione di una soglia minima di retribuzione di 9 euro lordi l’ora.

Salario minimo, le opposizioni all’attacco

Il centrosinistra va all’attacco. “Così umiliano 3 milioni e mezzo di lavoratori”, dice la segretaria dem, Elly Schlein. “È un insulto agli italiani. Il governo taglia il reddito di cittadinanza, dice no al salario minimo ma riporta i vitalizi dei parlamentari ai massimi, è un mondo capovolto”, è l’accusa del leader M5S, Giuseppe Conte.

“L’ennesima vergogna della destra”, denuncia il co-portavoce dei Verdi, Angelo Bonelli. “Fare la guerra ai poveri è il loro sport preferito”, attacca il leader di Sinistra italiana, Nicola Fratoianni. “Bloccano la legge e la loro controproposta è: nulla, i lavoratori sottopagati possono attendere”, osserva da Azione, Matteo Richetti.

Nessun passo indietro del governo

Il governo non arretra di un millimetro. “Non credo al salario minimo per legge perché credo alla buona contrattazione collettiva”, spiega la ministra del Lavoro, Marina Elvira Calderone. E la maggioranza difende la propria scelta accusando in sostanza le opposizioni, in particolare i dem, di aver accelerato i tempi sul provvedimento con l’obiettivo di usare il tema a fini di propaganda elettorale.

“Il centrodestra – dice il presidente della commissione Lavoro di FdI, Walter Rizzetto – ha almeno calendarizzato una proposta per poi continuarne la discussione. La sinistra e il centrosinistra in oltre 10 anni di governo non erano nemmeno riusciti a portarla nelle Aule. Useranno questo passaggio alle Feste dell’Unità”.

L’iter della proposta sul salario minimo

La prossima settimana, a partire da martedì, il testo sarà all’esame della commissione e verranno votati gli emendamenti (una decina), compreso quello di maggioranza. Qualora, come è prevedibile, la proposta di sopprimere il salario minimo passi, il provvedimento andrà comunque in Aula ma con il mandato alla relatrice, Marta Schifone di FdI, a riferire negativamente sul provvedimento.

La discussione generale è in calendario per fine luglio. Il programma dei lavori è corposo e non è escluso che il seguito dell’esame slitti.

Sindacati divisi sul contratto della scuola

Intanto i sindacati si spaccano sul rinnovo del contratto collettivo nazionale di lavoro per il comparto dell’istruzione e della ricerca che coinvolge oltre un milione di dipendenti e prevede aumenti salariali medi mensili di 124 euro per i docenti e di 190 euro per i direttori dei servizi generali e amministrativi.

Firmano Cgil e Cisl, non la Uil che solleva dubbi su alcuni aspetti tra cui “il nodo politico sulla mobilità, la mancata valorizzazione del personale Ata, la precarizzazione del lavoro delle segreterie, l’assenza di riferimenti alle scuole italiane all’estero e la parte dedicata alle relazioni sindacali”. .