Dalle liste d’attesa ai balneari, le destre stroncate dalla Corte dei Conti

La Corte dei Conti lancia una serie di allarmi su liste d'attesa, balneari, rottamazione e anche sul Pnrr.

Dalle liste d’attesa ai balneari, le destre stroncate dalla Corte dei Conti

Dalle liste d’attesa ai balneari, dalla rottamazione al Pnrr. Gli avvertimenti lanciati dalla Corte dei Conti al governo suonano come un vero e proprio allarme. La denuncia più pesante è quella sulle liste d’attesa e a lanciarla è il procuratore generale della Corte dei Conti, Pio Silvestri, nella sua requisitoria al Giudizio di parificazione. Per Silvestri è necessario “rimettere al centro del villaggio salute il professionista sanitario”, ovvero medici e infermieri. In modo che, “adeguatamente remunerato, possa essere determinante nei processi decisionali e di gestione”. Soprattutto allo scopo di abbattere il fenomeno delle liste d’attesa, definito “vergognoso per un Paese civile”.

Non va meglio, al governo, sul fronte dei balneari. È sempre Silvestri ad attaccare, questa volta prendendo di mira proprio questo governo, parlando dell’ulteriore “periodo di proroga” delle concessioni balneari che deve essere “effettivamente l’ultimo”, con la speranza che “si ponga in essere, nella fase delle gare, una scrupolosa vigilanza per evitare, o almeno contenere, l’infiltrazione della criminalità organizzata nelle procedure”. Silvestri sottolinea anche la “assai scarsa valorizzazione del principio della remuneratività della concessione per l’Ente concedente”. Un’altra critica rivolta alla maggioranza arriva dal presidente di coordinamento delle Sezioni minute in sede di controllo della Corte dei Conti, Enrico Flaccadoro: in questo caso nel mirino finisce la rottamazione quater.

Gli altri richiami della Corte dei Conti

I versamenti a essa riconducibili sono pari a 5,4 miliardi, di cui 3,2 erariali: “Un risultato che, da un lato, evidenzia un’adesione superiore al previsto e, dall’altro, conferma la dimensione, certamente preoccupante, degli omessi versamenti delle somme dichiarate pari, in questo caso, al 49% di quelle già scadute a fine 2024”. Proprio questo fenomeno “incide sul magazzino dei crediti da riscuotere a mezzo ruoli, determinando un aumento consistente delle posizioni che annualmente si riversano sull’Agente della riscossione, che non sembra compatibile con l’attuale dimensione della struttura”.

E per questo l’invito è quello di valutare un potenziamento del sistema “della riscossione coattiva”, oltre a riconsiderare “la disciplina degli accertamenti susseguenti all’estinzione delle società, allo scopo di contrastare la prassi di chiudere quelle indebitate e proseguire artificiosamente l’attività con una nuova società”. Infine, un avvertimento arriva sul sistema dei controlli antifrode dei fondi del Pnrr, sul quale si chiede una “riflessione strutturale e sistemica”, con procedure “più semplici e standardizzate”.