Una bella iniezione di liquidità per Telecom Italia. Oltre 875 milioni di euro che dalle torri cadono sull’operatote lefonico. E sui tanti debiti che si porta dietro da decenni, a imperituro ricordo di due scalate – una di Colaninno e un’altra di Tronchetti Provera – fatte sostanzialmente a debito e accrescendo l’esposizione dell’ex monopolista dei telefoni. Ieri però c’era poco tempo per ricordare tutto questo, perchè nelle ultime ore della mattinata si sono concentrati fiumi di domande di acquisto. E quando si sono chiusi i libri c’era un boom di richieste per l’ipo di Inwit, la controllata – appunto – delle torri di Telecom Italia. Al termine del collocamento l’offerta è risultata coperta circa sette volte a 3,65 euro per azione. Il valore si colloca così al centro della forchetta indicativa di prezzo (3,25-3,90 euro) proposta inizialmente dall’offerente e nella parte alta del range 3,50-3,65 euro stabilito negli ultimi due giorni del collocamento. E a questo prezzo l’opv del 40% di Inwit consentirà a Telecom Italia di raccogliere dunque 875 milioni
L’operazione, che porterà la tower company in Borsa il prossimo 22 giugno, è composta da un collocamento istituzionale (per il 90% dei titoli) e a un’offerta pubblica di 1,2 milioni di azioni. A questo si aggiunge una greenshoe a disposizione dei collocatori pari al 10% dell’offerta globale. Il prezzo di 3,65 euro, che dovrà essere ufficializzato nelle prossime ore, corrisponde a una capitalizzazione di Borsa per la prossima matricola vicina ai 2,2 miliardi di euro. Inwit è nata nei mesi scorsi con il conferimento da parte di Telecom Italia di 11.500 torri di Tim per la trasmissione del segnale telefonico.