Dall’Italia un esempio di coraggio. Ha detto basta all’arroganza Ue. Parla il dirigente della destra francese, Vardon: “Insieme possiamo rifondare il progetto europeo”

Parla il dirigente del Rassemblement National francese, Philippe Vardon

“Il Governo italiano sta riabilitando il principio della politica contro l’arroganza di Bruxelles”. Ne è certo Philippe Vardon, dirigente del Rassemblement National francese, che fa capo a Marine Le Pen.

Cantiere Italia è il luogo in cui chi si riconosce nella destra si mette al servizio della Nazione in una fase storica decisiva in cui le sfide dell’Italia in Europa e alla globalizzazione sono particolarmente ardue. Come mai ha deciso di aderire a questo evento?
“Ho sempre apprezzato la capacità degli italiani di essere in grado di creare luoghi di dibattito o riflessione. È quindi un piacere aver accettato l’invito di Gianni Alemanno. Credo che il vostro Paese viva davvero un momento importante, osservato in tutta Europa, se non nel mondo, e soprattutto in Francia”.

Insomma, l’Italia laboratorio d’Europa?
“Sono sempre stato interessato culturalmente e politicamente alle esperienze sia della destra italiana che della Lega, ed è per questo che sono sensibile al fatto che – sotto la guida di Matteo Salvini – un vero polo politico e popolare a difesa della sovranità e dell’identità, vale a dire nel profondo dei nostri valori di civiltà, possa essere costruito. Il cantiere sta avanzando!”.

Come vede l’Italia in Europa e cosa pensa del governo italiano?
“Il governo italiano sta ricordando a tutta l’Europa quali sono i principi democratici: gli italiani non hanno votato per Juncker e Moscovici, e non spetta a loro decidere il budget dell’Italia! Dobbiamo rimettere le nazioni al centro del processo decisionale europeo e porre fine all’onnipotenza e all’arroganza della Commissione”.

Effettivamente, Salvini non le manda a dire a Bruxelles…
“Sono colpito dall’azione intrapresa da Salvini in questo governo. Per la cronaca, nel 2007, lo incontrai a Nizza – quando era ancora un givoane consigliere comunale di Milano – per un convegno intitolato ‘Crisi globale, risposte locali’. Sono impressionato dalla sua carriera, da ciò che ha realizzato per il vostro Paese e oggi dalla determinazione che dimostra nel suo ruolo”.

Quale merito riconosce al Governo italiano?
“Penso che il Governo stia riabilitando il principio stesso della politica, dimostrando che il rispetto delle persone, la volontà e, oserei dire, il coraggio sono valori cardinali. Penso che, a livello europeo, nei prossimi anni, la costruzione di un asse franco- italiano possa fungere da nuovo motore per la rifondazione del progetto europeo”.

La popolarità di Macron è in forte calo: qual è la situazione in Francia?
“La popolarità di Macron è in caduta libera! Oggi ha il 70% dei francesi contro. Questo si respira anche nelle strade dove le “giacche gialle” hanno radunato 300mila persone in duemila punti di raccolta. I “giubbotti gialli” incarnano il divario sociale, democratico e territoriale. Sociale, perché il movimento è il grido di rabbia dei lavoratori francesi e dei pensionati, duramente colpiti dalla politica Macron. Democratico perché questi blocchi stradali sono l’unico mezzo di espressione di un popolo che non si sente rappresentato da un sistema elettorale assurdo in Francia”.

Il maggioritario a doppio turno sarebbe assurdo? Perché?
“Marine Le Pen ha ottenuto il 34% alle elezioni presidenziali, ma ha portato solo 8 deputati all’Assemblea Nazionale”.

Eravamo al divario territoriale…
“E’ in gran parte espressione di rivolta contro le grandi città – Parigi in testa – scollegate dalla realtà dei territori, dalle piccole e medie città, e ancora di più dalle nostre campagne. È un movimento con una rabbia molto più profonda della semplice fronda anti-tasse”.

Quali invece le prospettive per Rassemblement National?
“I sondaggi ci danno in testa alle prossime Europee con il 22%, tre punti sopra al partito di Macron, al quale ci contrapponiamo come l’alternativa”.

In che modo?
“Faccio un esempio: il governo afferma che l’aumento del prezzo del carburante sarebbe una scelta ecologica contro l’inquinamento. Eppure un solo super-tanker merci inquina in un anno quanto tutte le auto francesi. E ce ne sono 60mila che solcano i nostri mari. Ma si tassano i francesi che sfidano il sistema del libero scambio globalizzato piuttosto che chi inquina veramente e impoverisce il nostro pianeta”.

Per cambiare il sistema occorre scalarlo: da questo punto di vista la sfida delle prossime Europee è decisiva?
“Le Europee rappresentano per noi la prima fase di una riconquista democratica e di cambiare le cose a Bruxelles, insieme ai nostri partner come la Lega, l’Fpo austriaco e Orban”.