“Un grave attacco alla democrazia e ai diritti umani”: così Luca Blasi, portavoce della rete No ddl Sicurezza – A pieno regime, ha definito il nuovo decreto Sicurezza durante la sua audizione davanti alla Commissione Affari costituzionali della Camera. Un intervento netto e critico, che contesta sia il merito del provvedimento che il metodo con cui il Governo Meloni lo ha presentato.
Blasi ha sottolineato come l’adozione di un decreto legge per norme di tale portata rappresenti “un precedente pericoloso”, eludendo un confronto parlamentare adeguato su materie che toccano diritti fondamentali. Tra le disposizioni più controverse del dl Sicurezza, Blasi ha denunciato l’inasprimento delle pene per reati minori, l’aumento dei poteri attribuiti alla polizia e le restrizioni alle libertà di manifestazione: “Aspetti che rischiano di creare un clima di repressione generalizzata”.
Ddl Sicurezza, Blasi in Commissione Affari costituzionali della Camera boccia la norma: “Clima di repressione, torneremo in piazza contro il Governo Meloni”
Non solo repressione. Il portavoce ha evidenziato anche le gravi ricadute sociali ed economiche delle misure contenute nel decreto, a partire dagli effetti potenzialmente devastanti sul settore della canapa legale, che – ha ricordato – “vale 2 miliardi di euro di indotto e garantisce lavoro a 22mila persone”. “State umiliando un intero comparto produttivo che nulla ha a che vedere con il traffico di droga”, ha detto Blasi, denunciando la criminalizzazione del mercato della cannabis light.
Blasi ha annunciato nuove mobilitazioni nelle prossime settimane: “Torneremo nelle piazze, anche se con preoccupazione. Il 31 maggio saremo a Roma per ribadire che un pezzo di questo Paese rigetta il pacchetto Sicurezza, un manifesto liberticida del Governo Meloni”.
Alleanza Verdi e Sinistra all’attacco del governo sul dl sicurezza
Durante le stesse audizioni, anche Marco Grimaldi, vicepresidente di Alleanza Verdi e Sinistra alla Camera, ha espresso forte preoccupazione: “Questo decreto è affetto da uno sfrenato panpenalismo, volto solo ad alimentare il sovraffollamento carcerario. Prevale una logica repressiva che strumentalizza le paure e tradisce i principi di solidarietà della Costituzione”. Grimaldi ha inoltre denunciato la criminalizzazione delle proteste, incluse quelle per il clima, e la previsione del carcere per donne in gravidanza o con neonati. “Finché non finirà questa fatwa contro la cannabis light – ha concluso – gli unici a guadagnarci saranno le mafie”.