Quattro decreti in un mese. Ora tutti rimpiangono i ristori di Conte. Nel 2020 si stanziò moltissimo salvando milioni di aziende. Le misure dell’ex premier erano caratterizzate dalle erogazioni automatiche

Nel 2020 il Governo di Giuseppe Conte ha messo in campo risorse senza precedenti per affrontare l’emergenza Covid.

Quattro decreti in un mese. Ora tutti rimpiangono i ristori di Conte. Nel 2020 si stanziò moltissimo salvando milioni di aziende. Le misure dell’ex premier erano caratterizzate dalle erogazioni automatiche

Nel 2020 il Governo di Giuseppe Conte ha messo in campo risorse senza precedenti per affrontare l’emergenza Covid. Con i decreti Cura Italia, Liquidità, Rilancio e Agosto sono stati adottati interventi di vasta portata su sanità, lavoro, liquidità, fisco, famiglie, imprese. Un’azione che è proseguita con i successivi provvedimenti Ristori, destinati alle categorie più colpite dalle restrizioni.

AIUTI. In poco più di un mese, da fine ottobre a fine novembre 2020, il Governo Conte II ha lanciato quattro decreti Ristori a sostegno di lavoratori, imprese e famiglie. Tra i 5,5 miliardi del primo decreto, i 2,6 del Bis e i 2 del Ter, la tornata autunnale dei ristori aveva già mosso 10,1 miliardi fra contributi a fondo perduto e altri sostegni. Il provvedimento numero 4 muoveva 9 miliardi.

A completare il quadro c’erano poi i 3,8 miliardi accantonati in legge di Bilancio per un totale di oltre venti miliardi di euro. A cui erano da aggiungere i 32 miliardi di euro del successivo scostamento di bilancio che avrebbe dovuto finanziare il quinto decreto Ristori e che ha invece finito per finanziare il primo decreto Sostegni del Governo Draghi (leggi l’articolo).

SCOSTAMENTI. Dall’inizio della pandemia, le Camere, nell’era del Conte II, hanno dato l’ok a interventi con ricaduta sul deficit, collegati direttamente o indirettamente all’emergenza-Covid, per circa 140 miliardi, che salgono a quota 165 miliardi considerando quelli assorbiti dall’ultima legge di Bilancio. Al netto delle due manovre, per fronteggiare la pandemia nel 2020 con i decreti anti-crisi (Ristori compresi) sono state varate misure per 108 miliardi.

A ricordarlo fu lo stesso ministro Roberto Gualtieri a gennaio 2021 ribadendo che le fette principali di questa dote erano state destinate a imprese e aiuti all’economia (48 miliardi, interventi fiscali inclusi), ammortizzatori (35 miliardi) e sanità (8 miliardi). Per frenare l’aumento dei contagi causato dall’epidemia da Covid-19, il Governo – si legge sulla scheda del Mef relativa ai decreti Ristori – ha messo in atto nuove azioni di contenimento sanitario.

Allo stesso tempo, sono stati adottati interventi volti ad assicurare un tempestivo sostegno economico in favore delle categorie più colpite dalle più recenti restrizioni, adottando ampi provvedimenti, per una portata complessiva di oltre 18 miliardi di euro, che prevedono un insieme di misure caratterizzate da modalità di utilizzo ed erogazione semplici, immediate ed il più possibile automatiche.

A FONDO PERDUTO. Contributi a fondo perduto, sospensione di imposte, contributi e versamenti, nuove settimane di cassa integrazione e due ulteriori mesi di Reddito di emergenza sono fra gli interventi principali adottati con i diversi decreti Ristori. Per quanto riguarda i contributi a fondo perduto il primo decreto stanziò 2,4 miliardi di euro. L’Agenzia delle Entrate – si stabilì – erogava il ristoro direttamente sui conti correnti delle attività (come bar, ristoranti, palestre, alberghi, discoteche, cinema, taxi-NCC, gelaterie e pasticcerie) destinate a subire perdite a causa di limitazioni di orario o delle chiusure.

L’entità dei ristori andava dal 100% al 400% del precedente contributo ricevuto. Col Bis arrivò invece una nuova tranche di aiuti a fondo perduto e una platea allargata. Un nuovo contributo a fondo perduto, pari al 200% di quello già ricevuto col Dl Rilancio, andò a tutti gli esercizi commerciali e le attività destinate a chiudere nelle zone rosse. Anche qui fu disposto l’arrivo in automatico sul conto corrente tramite bonifico dell’Agenzia delle Entrate. Veniva inoltre allargato il novero delle attività che avevano diritto al contributo.

Nel Ter con 1,45 miliardi di euro di risorse già disponibili veniva alimentato il Fondo istituito con il dl Ristori Bis allo scopo di finanziare in modo automatico i ristori per le attività che operavano nelle regioni passate a fascia di rischio più elevata. E infine l’ultimo decreto del governo Conte, il Quater, che per allargare ulteriormente la platea dei beneficiari, ampliò il periodo di riferimento per il calcolo del calo del fatturato, non limitandosi più al mese di aprile, ma estendendolo ai primi sei mesi dell’anno.

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