Visite ad amici e parenti: le regole del nuovo decreto riaperture dal 26 aprile

Il decreto riaperture dal 26 aprile che il governo varerà oggi pomeriggio porta con sé nuove regole per le visite ad amici e parenti. Le novità sulla deroga per i congiunti

Visite ad amici e parenti: le regole del nuovo decreto riaperture dal 26 aprile

Il decreto sulle riaperture dal 26 aprile che il governo varerà oggi pomeriggio porta con sé nuove regole per le visite ad amici e parenti. Il Consiglio dei MInistri convocato per le 17 approverà la legge che riporta la zona gialla dopo la sospensione di fine marzo. Ma ci saranno anche novità sulla deroga per fare visita ai congiunti.

Visite ad amici e parenti: le nuove regole del decreto riaperture dal 26 aprile

Il nuovo decreto, all’articolo 2 comma 2, sancisce infatti che “dal 1° maggio al 15 giugno 2021, nella zona gialla e, in ambito comunale, nella zona arancione, è consentito lo spostamento verso una sola abitazione privata abitata, una volta al giorno, nel rispetto dei limiti orari agli spostamenti di cui ai provvedimenti adottati in attuazione dell’articolo 2, comma 1, del decreto-legge n. 19 del 2020, e nel limite di quattro persone ulteriori rispetto a quelle ivi già conviventi, oltre ai minorenni sui quali tali persone esercitino la responsabilità genitoriale e alle persone con disabilità o non autosufficienti conviventi. Lo spostamento di cui al presente comma non è consentito nei territori nei quali si applicano le misure stabilite per la zona rossa”.

Questo significa che stavolta le persone, oltre ai conviventi, diventano quattro. Il periodo di applicazione è quello che va dal primo maggio al 15 giugno e vale anche per la zona arancione ma con un dettaglio diverso. Ovvero che in zona arancione non si potrà uscire dal proprio comune.

La bozza del decreto legge Draghi sulle riaperture dal 26 aprile in pdf

Certificato verde Covid-19 per gli spostamenti tra regioni: come si fa ad averlo

Con il nuovo decreto arriverà anche la certificazione verde per spostarsi tra le regioni. Il funzionamento del certificato verde covid-19 per gli spostamenti tra regioni è presente nella bozza del nuovo decreto è regolamentato dall’articolo 10 del provvedimento. La certificazione la rilasciano già alla somministrazione della prima dose di vaccino. Si potrà avere in formato cartaceo o digitale e lo compileranno i medici della struttura presso la quale è stato effettuato il vaccino.

Nel documento, che confluirà poi nel fascicolo sanitario elettronico dell’interessato, oltre ai dati anagrafici sarà riportato anche il numero di dosi somministrate rispetto al numero di dosi previste. Per le persone guarite, il certificato sarà rilasciato dalla struttura presso la quale è avvenuto il ricovero del paziente o, per i non ricoverati, dai medici di medicina generale e dai pediatri di libera scelta. Il pass, però, cessa di avere validità qualora l’interessato risulti successivamente di nuovo positivo al Covid. Ci saranno quindi tre percorsi diversi ottenere il certificato verde Covid-19:

  • chi è vaccinato: la certificazione, valida sei mesi, viene rilasciata su richiesta dall’ente vaccinatore: specifica quante dosi sono state fatte e quante ne erano previste in base al tipo di vaccino (due per tutti i farmaci, una per J&J e per i guariti cui basta una sola iniezione);
  • chi ha già avuto il virus: anche la certificazione per chi ha già avuto il Covid è valida sei mesi. Può essere rilasciata dall’ospedale di ricovero, dal medico di base o dal pediatra. Perde validità nel caso in cui si accerti una nuova positività al virus;
  • gli altri. Per chi ha avuto il Covid e non è ancora vaccinato, il pass vale 48 ore e si ottiene facendo un tampone (molecolare o antigenico). Lo rilasciano le strutture sanitarie pubbliche o private che fanno il test o da farmacie, medici di base e pediatri.

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