La Sveglia

Delegittimazione preventiva contro la Sumud Flotilla

Diario di bordo 19, la Global Sumud Flotilla è salpata: e Israele intanto ha scelto la delegittimazione preventiva.

Delegittimazione preventiva contro la Sumud Flotilla

La Global Sumud Flotilla è salpata. Nelle acque di Portopalo erano arrivate le 24 barche provenienti dalla Tunisia, tra cui la Familia Medeira e la Alma, riparate dopo l’attacco dei droni. La flotta, che comprende 18 barche italiane, si ricongiungerà con sei barche che si trovano in Grecia per poi proseguire la navigazione verso Gaza. Israele intanto ha scelto la delegittimazione preventiva, bollando i passeggeri come «un manipolo di terroristi travestiti da pacifisti». Un messaggio che prepara l’opinione pubblica a un eventuale intervento muscolare.

È qui che la ciurma di terra diventa decisiva. Ogni missione navale è esposta alle onde del mare e alle manovre dei governi, ma quella di oggi si regge soprattutto sulla pressione che cittadini e movimenti sapranno esercitare. Lunedì scatterà il primo banco di prova: lo sciopero proclamato dai sindacati di base. Non è solo una giornata di mobilitazione, è il tentativo di costringere gli Stati a dire l’indicibile, a chiamare per nome lo sterminio in corso.

Le provocazioni non mancheranno. L’odore degli editoriali già scritti – quelli che assoceranno le piazze alla violenza, quelli che tenteranno di ribaltare il senso di una protesta – è nell’aria. È un copione noto. Da Gaza intanto arrivano notizie drammatiche: oltre ottanta morti in poche ore, bombardamenti attorno agli ospedali. L’Organizzazione mondiale della sanità avverte che le strutture sanitarie sono sull’orlo del collasso. È da queste macerie che parte il viaggio della Flotilla. Il mare non è mai stato così politico: le vele portano medicine e solidarietà, ma soprattutto la prova che esiste ancora chi rifiuta di voltarsi dall’altra parte.